Maturità 2025, tema attualità Paolo Borsellino: la traccia sviluppata da ChatGPT
Ecco due possibili temi di attualità sviluppati da Chat GPT per la traccia c1 della maturità 2025. Si parte da un discorso di Paolo Borsellino del 1992
Inizia la maturità 2025 e per i ragazzi e le ragazze che sono adesso seduti tra i banchi di scuola, è il momento della prima prova dell’Esame di Stato (Maturità) per il secondo ciclo di istruzione. Per la sezione tipologia C – Tema di attualità si va in Sicilia, con un documento che vede protagonista uno degli eroi del nostro tempo. Il testo è tratto da un discorso di Paolo Borsellino del 1992. Abbiamo chiesto a Chat GPT di provare a scrivere un tema di attualità che rispecchi le richieste fatte per la prima prova dell’esame di maturità di oggi.
Maturità 2025 traccia C1 tema di attualità Borsellino: come svilupparlo
Vi diamo dunque due idee per provare a sviluppare la traccia C1 dedicata al discorso di Paolo Borsellino, con un suggerimento di ChatGPT. Si tratta di una ispirazione.
La cultura della legalità come responsabilità collettiva e individuale
Nel discorso pronunciato a Palermo nel giugno del 1992, Paolo Borsellino, magistrato simbolo della lotta alla mafia, affermava con forza che “la lotta alla mafia […] non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolga tutti”. Con queste parole, Borsellino non solo denunciava la gravità del fenomeno mafioso, ma indicava con lucidità la strada da seguire per combatterlo: non solo attraverso la giustizia penale, ma anche e soprattutto attraverso il risveglio della coscienza collettiva e individuale.
La mafia, come egli stesso sottolinea, “non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine”. Ma questa fine non potrà giungere se a combatterla resteranno solo pochi magistrati o forze dell’ordine. Serve invece il coinvolgimento attivo della società civile, di ogni singolo cittadino, chiamato a scegliere ogni giorno da che parte stare: quella del compromesso, dell’omertà, dell’indifferenza, o quella del coraggio, della legalità, della partecipazione.
Nel nostro quotidiano, ciascuno può contribuire in vari modi a contrastare la mentalità mafiosa: ad esempio rifiutando pratiche illegali, come il lavoro in nero, le raccomandazioni o la corruzione; oppure denunciando episodi di sopruso, discriminazione o intimidazione. Ogni piccolo gesto di giustizia, ogni scelta coerente con i valori civili, diventa un mattone nella costruzione di una società più sana. Anche educare le nuove generazioni, parlare apertamente del problema mafioso nelle scuole e nei luoghi pubblici, è un atto fondamentale. Borsellino stesso lo dice chiaramente: “Non bisogna avere paura di parlare della mafia […] bisogna parlarne nei termini corretti”.
Ma l’azione individuale acquista ancora più forza se inserita in un contesto comunitario: l’impegno collettivo, attraverso associazioni, movimenti civici o iniziative culturali, può avere un impatto profondo. Ne sono esempio realtà come Libera, fondata da don Luigi Ciotti, che da anni promuove il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, coinvolgendo giovani e cittadini in attività concrete di riscatto. Anche le scuole, le università, le parrocchie e le istituzioni locali possono farsi promotrici di una cultura della legalità, valorizzando le buone pratiche, commemorando le vittime di mafia, incentivando la partecipazione attiva alla vita democratica.
Personalmente, ho avuto l’opportunità di partecipare a un progetto scolastico sulla legalità, durante il quale abbiamo studiato le figure di Falcone e Borsellino e visitato alcuni beni confiscati alla mafia. L’esperienza mi ha fatto capire quanto sia importante mantenere viva la memoria di chi ha dato la vita per un’Italia migliore e quanto la lotta contro la criminalità organizzata passi anche dai piccoli gesti quotidiani, dalla scelta di non girarsi dall’altra parte.
In conclusione, la battaglia contro le mafie non è solo una questione di giustizia penale, ma una sfida educativa, morale e culturale. Come diceva Borsellino, “è questo il momento in cui un giovane deve sentirsi orgoglioso di sentirsi italiano, di sentire questo nome come un impegno a comportarsi da cittadino responsabile”. Solo facendo nostro questo messaggio potremo sperare in un futuro libero dal giogo della criminalità organizzata.
Maturità 2025: come sviluppare il tema su Paolo Borsellino
Legalità e responsabilità: la lotta alla mafia comincia da noi
Quando si parla di mafia, spesso si pensa a un mondo lontano, fatto di criminali, processi, e sparatorie. Ma le parole di Paolo Borsellino ci invitano a guardare più in profondità. In un discorso pronunciato pochi giorni prima di essere ucciso dalla mafia, il giudice affermava che la lotta alla criminalità organizzata non può essere solo un compito della giustizia, ma deve diventare un “movimento culturale e morale che coinvolga tutti”. Questo significa che la mafia si combatte anche con le nostre scelte quotidiane, con il nostro modo di pensare, di agire e di stare insieme.
Borsellino parlava del “fresco profumo di libertà” contrapposto al “puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità”. Sono parole forti, ma molto vere. Spesso la mafia non si impone solo con la violenza, ma anche con l’omertà, con la paura, con il silenzio. E la cosa ancora più pericolosa è che questo silenzio può riguardare anche noi giovani, che magari non ce ne rendiamo conto, ma finiamo per accettare certi comportamenti scorretti come se fossero normali.
Ci sono molti modi in cui, nel nostro piccolo, possiamo contribuire alla cultura della legalità. Prima di tutto, scegliendo di comportarci in modo onesto: rispettare le regole, dire no a scorciatoie, rifiutare i favoritismi o le raccomandazioni. Poi c’è l’importanza di parlare, di informarsi, di non voltarsi dall’altra parte. Se vediamo qualcosa che non va, se ci accorgiamo di un’ingiustizia, dobbiamo avere il coraggio di dirlo. Anche questo è un modo per opporsi alla mentalità mafiosa.
Inoltre, è fondamentale partecipare alla vita sociale e civile. Ci sono tante associazioni e realtà che si impegnano ogni giorno nella lotta contro le mafie: Libera, per esempio, organizza campi estivi nei beni confiscati alla criminalità organizzata, coinvolgendo i giovani in progetti concreti di rinascita. Ma anche nella scuola si possono fare tantissime cose: io stesso ho partecipato a un progetto sulla legalità, in cui abbiamo studiato le figure di Falcone e Borsellino, ma anche di Peppino Impastato, di don Puglisi, e di tanti altri che hanno avuto il coraggio di dire no. È stato uno dei momenti più significativi del mio percorso scolastico, perché mi ha fatto capire che anche noi possiamo essere parte del cambiamento.
Un altro aspetto che secondo me è importante riguarda i social. Oggi passiamo tantissimo tempo online, e lì si formano le opinioni, i modelli, gli esempi. Se continuiamo a dare visibilità a influencer che promuovono il lusso facile, l’arroganza, la prepotenza, magari collegati anche a mondi illegali, stiamo indirettamente sostenendo quella mentalità. Dobbiamo imparare a distinguere e scegliere cosa diffondere: esistono anche modelli positivi, storie di coraggio, di giustizia, di impegno civile. Condividere quelle storie significa contribuire a far crescere un’altra mentalità.
Infine, penso che sentirsi “orgogliosi di essere italiani”, come diceva Borsellino, significhi anche assumersi delle responsabilità. Vivere in una società più giusta, più onesta e più libera è un diritto, ma è anche un dovere. Noi giovani abbiamo l’occasione – e la responsabilità – di costruire un futuro diverso, in cui la mafia non abbia più spazio, non perché è stata sconfitta una volta per tutte, ma perché non trova più terreno fertile dove attecchire.
In conclusione, la lotta alla mafia non è solo una battaglia di polizia o di magistratura: è una sfida che riguarda tutti noi, ogni giorno. E non servono gesti eroici: basta cominciare dalle cose semplici, dalle scelte quotidiane, dalla voglia di essere cittadini migliori. È così che si costruisce un Paese libero, ed è così che si onora davvero il sacrificio di chi ha dato la vita per la giustizia.
Questi sono due possibili sviluppi per la traccia di attualità della maturità 2025 elaborati dall’intelligenza artificiale.