Attualità Italiana

Omicidio Chiara Poggi prime indiscrezioni sulla spazzatura: solo tracce di Chiara e Stasi

Solo tracce di Chiara Poggi e di Alberto Stasi nella famosa spazzatura ritrovata nella villetta di Garlasco. Queste le prime indiscrezioni su quanto emerso dall'incidente probatorio

chiara poggi spazzatura

A distanza di 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi, gli accertamenti scientifici sui reperti conservati nella villetta di via Pascoli a Garlasco non aprono nuovi scenari. Gli ultimi risultati delle analisi genetiche sembrano confermare ciò che già si sapeva: le uniche tracce di DNA rilevate appartengono alla vittima e ad Alberto Stasi, il fidanzato della 26enne, già condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Parliamo dei famosi reperti che sono stati trovati nel sacchetto azzurro della spazzatura di casa Poggi. Queste le indiscrezioni che trapelano mentre i periti e i consulenti sono ancora a lavoro.

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Omicidio Chiara Poggi: i risultati dell’incidente probatorio

I rilievi, eseguiti lo scorso 19 giugno nei laboratori della Scientifica di Milano, hanno fornito dati chiari: sul piattino di plastica, sul piccolo sacchetto azzurro dell’immondizia e sulle linguette di due confezioni di Fruttolo, i campioni raccolti contenevano materiale biologico riconducibile esclusivamente a Chiara. In particolare, sul fondo del piattino è emersa una sequenza di DNA quasi completa della giovane. Anche il sacchetto con residui di cereali, ritrovato sul divano il giorno del delitto, ha restituito un profilo genetico della vittima, oltre a un capello o pelo (di natura ancora da determinare) lungo tre centimetri.

Il DNA di Stasi: nessuna sorpresa

L’unica traccia maschile individuata nel corso degli accertamenti è stata rinvenuta sulla cannuccia di plastica del brick di Estathé. Gli esperti l’hanno attribuita ad Alberto Stasi. Una presenza che l’ex studente della Bocconi non ha mai negato, a differenza di quanto affermato riguardo al Fruttolo, che dichiarò di non consumare abitualmente. Su quel bicchierino era stata rilevata anche una potenziale impronta digitale, visibile sotto luce forense, che potrebbe ora essere sottoposta ad ulteriori verifiche da parte della procura.

Reperti dimenticati e nuove impronte

Il lavoro dei periti non si ferma. I fogli di acetato su cui erano state conservate le impronte digitali prelevate nella villetta dopo il delitto sono di nuovo sotto esame. Sebbene 34 di questi risultino negativi alla ricerca di sangue, la cosiddetta “traccia 10” — trovata sul lato interno della porta d’ingresso — resta sotto la lente d’ingrandimento. La difesa di Stasi ha chiesto di ripetere su questa traccia l’esame ematico una volta concluse le analisi genetiche.

Nel frattempo, sono emerse due impronte digitali che all’epoca non erano state incluse nella relazione tecnica dei Ris. Una è stata rilevata sullo stipite della porta che conduce alla cantina durante il sopralluogo del 12 settembre 2007. L’altra è situata sulla cornetta del telefono fisso, macchiata di sangue, usata da Chiara nella seconda fase dell’aggressione. Secondo i consulenti della procura, si tratta di impronte “comparabili”, ma non appartenenti né a Stasi né ad Andrea Sempio, altro nome emerso nell’inchiesta.

Un’indagine che resta aperta

Nonostante gli sforzi per riesaminare ogni dettaglio e ogni reperto rimasto intatto dopo quasi due decenni, l’indagine parallela aperta dalla procura di Pavia non sembra trovare conferme a una pista alternativa. Resta, tuttavia, la speranza di individuare elementi nuovi che possano chiarire eventuali ombre ancora presenti in uno dei casi di cronaca nera più discussi degli ultimi anni. Elementi che potrebbero in qualche modo anche confermare tutto quello che è stato stabiliti dalla sentenza di cassazione che ha rintracciato in Alberto Stasi l’assassino di Chiara Poggi.

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