Attualità Italiana

Vasile Frumuzache ha ucciso altre donne? In carcere la frase sibillina

"Ce ne sono anche altre" avrebbe detto vasile Frumuzache in carcere dopo esser stato aggredito. Ha davvero ucciso altre donne?

vasile serial killer

Nel carcere della Dogaia a Prato si è consumato un episodio di violenza che ha riportato al centro dell’attenzione la figura di Vasile Frumuzache, la guardia giurata accusata di aver brutalmente ucciso due giovani donne romene, Ana Maria Andrei e Denisa. Nella mattinata di ieri, l’uomo è stato aggredito da un detenuto mentre si trovava nella sezione riservata ai carcerati comuni. A compiere l’azione è stato un uomo di 33 anni, che si è scoperto essere il cugino di Ana Maria Andrei, la 27enne scomparsa misteriosamente un anno fa da Montecatini e il cui corpo è stato ritrovato solo due giorni fa in una zona isolata.

L’aggressore si sarebbe avvicinato a Frumuzache con una scusa, per poi lanciargli addosso dell’olio bollente, procurandogli ustioni di primo e secondo grado al volto. Un gesto pianificato, probabilmente scatenato da una frase pronunciata dallo stesso Frumuzache, secondo alcune testimonianze raccolte tra i detenuti: «Ce ne sono anche altre», avrebbe detto, alludendo ad altre possibili vittime. Una frase percepita come una provocazione crudele, capace di far esplodere la rabbia del cugino della vittima.

Vasile Frumuzache non doveva trovarsi lì

Il fatto che Frumuzache si trovasse nella sezione comune desta forti perplessità. Dopo il sopralluogo effettuato con gli inquirenti nella collina dove sono stati abbandonati i corpi delle due donne, la guardia giurata era stata inizialmente collocata nel reparto “protetti”, destinato ai detenuti accusati di reati sessuali o particolarmente gravi, per garantirne l’incolumità. Tuttavia, in seguito a minacce ricevute da altri detenuti di origine romena, è stato deciso un trasferimento — decisione che si è rivelata disastrosa.

Secondo quanto emerso, esisteva una disposizione precisa della Procura che impediva la collocazione dell’uomo nella sezione comune. Ora l’accaduto è finito sotto inchiesta: il procuratore capo di Prato, Luca Tescaroli, ha definito l’episodio «gravissimo», sottolineando come anche un imputato di crimini efferati abbia diritto alla tutela e a un trattamento rispettoso della dignità umana.

Le indagini su Vasile: il sospetto di un serial killer

Le autorità giudiziarie di Prato e Pistoia stanno lavorando congiuntamente per far luce su un quadro che si fa sempre più inquietante. Le modalità degli omicidi e la freddezza dimostrata da Frumuzache stanno orientando le indagini verso l’ipotesi di un serial killer. Gli investigatori stanno scavando nel passato dell’uomo, apparentemente irreprensibile fino a pochi giorni fa, per cercare collegamenti con altre possibili scomparse.

È stata già disposta l’acquisizione dei suoi tabulati telefonici degli ultimi cinque anni, e tutte le denunce di donne scomparse in Toscana e Sicilia — dove l’uomo ha vissuto fino al 2022 — saranno esaminate con attenzione. Un’indagine a ritroso che parte dalla sua abitazione a Monsummano, dove sono stati trovati quattro telefoni cellulari. Resta da chiarire se siano tutti suoi o appartenenti ad altre persone, magari vittime.

I dettagli macabri: auto riverniciata, targhe cambiate, e la sim di Ana Maria

Particolari agghiaccianti emergono anche dalla gestione post-delitto da parte di Frumuzache. Dopo aver ucciso Ana Maria lo scorso agosto, l’uomo non si è liberato dell’auto della vittima. Al contrario, l’ha nascosta nel suo garage, l’ha riverniciata di nero e ha cambiato la targa, da romena a tedesca. Ma ciò che inquieta ancora di più è il fatto che abbia conservato la sim card della giovane, usandola addirittura la sera della scomparsa di Denisa per effettuare una chiamata, il cui scopo rimane oscuro.

Nella collina delle Panteraie, accanto ai resti carbonizzati di Denisa, è stata rinvenuta una valigia, contenente la sua testa, e ben quattro lame di coltelli, ora al vaglio della polizia scientifica. Una sarebbe stata usata per decapitarla, ma delle altre non è chiara la funzione. Frumuzache ha raccontato di aver trovato un coltello da cucina nel residence dove ha incontrato Denisa e di averlo usato per l’omicidio. Tuttavia, gli investigatori non trovano conferma nella scena del crimine: nella stanza non vi sono tracce di sangue.

L’uomo ha spiegato di aver utilizzato sacchi della spazzatura per evitare di sporcare, ma questa versione appare poco credibile agli inquirenti. Per questo motivo, Vasile Frumuzache, difeso dall’avvocato Diego Capano, potrebbe essere nuovamente interrogato nei prossimi giorni.

Nel frattempo, questa mattina è prevista l’udienza per la convalida del fermo davanti al giudice per le indagini preliminari. La posizione dell’ex guardia giurata si aggrava, così come si amplia il raggio dell’indagine. Gli inquirenti cercano ora risposte non solo per Ana Maria e Denisa, ma anche per altre donne scomparse che potrebbero essere finite nella stessa tragica spirale.

Seguici

Seguici su

Google News Logo
Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.