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Yemen, sono decine i morti negli scontri

Nello Yemen continua la rivolta. Ci sono stati scontri violenti fra esercito e membri delle tribù del nord con decine di morti da parte dei due schieramenti. Tutto è accaduto vicino all’accampamento delle forze di guardia nei pressi di Samaa a 40 km dalla capitale. Il vice-ministro dell’informazione si è scagliato contro il leader del […]


Nello Yemen continua la rivolta. Ci sono stati scontri violenti fra esercito e membri delle tribù del nord con decine di morti da parte dei due schieramenti. Tutto è accaduto vicino all’accampamento delle forze di guardia nei pressi di Samaa a 40 km dalla capitale.

Il vice-ministro dell’informazione si è scagliato contro il leader del partito islamico Al Islah Mansur al Hanaq dichiarandolo colpevole di aver fomentato la folla e causato il conseguente scontro con l’esercito che ha portato alla morte di tante persone.

Ma il clima in Yemen non è tranquillo ormai da mesi, da quando è cominciata la “primavera araba” che ha coinvolto molti paesi di credo islamico, tra cui anche lo Yemen.

Le notizie vengono filtrate in continuazione e la comunità mondiale non riesce a garantire l’incolumità dei rivoltosi.

Anche le informazioni che giungono da questi paesi sono contrastanti, da una parte quelle ufficiali del governo, dall’altra quelle ufficiose dei manifestanti che si contrappongono notevolmente.

Altri governi sono alle prese con le rivolte interne. In rivolta è la Siria, con i suoi continui venerdì di proteste e le segregazioni dei manifestanti, che hanno portato all’esodo di numerosi profughi soprattutto in Tunisia. Ma in questi giorni si denuncia anche la scomparsa di circa 3000 cittadini dall’inizio delle proteste, di cui mille solo nella scorsa settimana. A denunciare il tutto l’Onu e le Ong a cui si sono rivolti gli attivisti di un’organizzazione non governativa, Avaaz.

Anche in Libia si assiste allo scontro armato che ha coinvolto anche l’Onu e dove si continua a bombardare Tripoli nella speranza di poter aiutare i rivoltosi a mandar via il colonnello Gheddafi.

Teresa Corrado



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