Dal Mondo

Rob Reiner e sua moglie uccisi da Nick il figlio 32enne che viveva come senza tetto

Da anni la famiglia Reiner cerca di fare di tutto per Nick, 32 anni, tossicodipendente con una vita di fragilità. Poche ore fa, il dramma

rob reiner morte

E’ Nick Reiner l’assassino dei suoi familiari? Una villa elegante, uno dei quartieri più esclusivi di Los Angeles, e un silenzio rotto solo dalle sirene. È così che, nel giro di poche ore, uno dei casi più sconvolgenti della recente cronaca americana ha preso forma, trasformando una storia familiare tormentata in una tragedia che ha lasciato Hollywood senza parole.

La scoperta è avvenuta nella notte italiana tra domenica e lunedì. Romy Reiner, 28 anni, rientrata nella villa di famiglia a Brentwood, si è trovata davanti a una scena di violenza estrema: i genitori, il celebre regista Rob Reiner, 78 anni, e la moglie Michele Singer, 68, giacevano senza vita in una pozza di sangue, entrambi con profonde ferite da taglio alla gola. Sconvolta, la giovane ha immediatamente allertato la polizia.

Omicidio Reiner: i sospetti immediati e l’arresto

Fin dai primi minuti, le indagini si sono concentrate sul figlio Nick, 32 anni. È stata la stessa Romy a indicarlo agli agenti come una persona «pericolosa», fornendo un elemento chiave che, unito ad altri riscontri, ha orientato subito gli investigatori. La villa non presentava segni di effrazione: nessuna porta forzata, nessuna finestra rotta. Un dettaglio che ha rafforzato l’ipotesi di un delitto maturato all’interno delle mura domestiche, compiuto da qualcuno che aveva libero accesso alla casa.

Nick Reiner è stato arrestato poche ore dopo e formalmente incriminato per duplice omicidio. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe trattato di una lite degenerata in modo improvviso e feroce, culminata in un’esplosione di violenza.

Una tensione che covava da anni

Dietro l’orrore di quella notte, emerge il ritratto di una famiglia segnata da equilibri fragili. Il rapporto tra Rob Reiner e il figlio Nick era da tempo complicato, attraversato da problemi di dipendenza da alcol e droga, instabilità psichica e continui tentativi, da parte dei genitori, di aiutare un figlio che sembrava irraggiungibile. «Abbiamo provato tutto», confidavano agli amici più stretti, lasciando trapelare una stanchezza mista a disperazione.

Il giorno prima del delitto, sabato, la famiglia aveva partecipato alla festa di Natale organizzata dal comico Conan O’Brien. Anche lì, secondo diverse testimonianze, padre e figlio avrebbero avuto un acceso litigio, tanto da lasciare il party in anticipo perché la situazione stava diventando insostenibile e imbarazzante per tutti. Un episodio che, col senno di poi, appare come un inquietante preludio.

La scena del crimine e le prime certezze

Domenica, Brentwood si è trasformata in un set cupo e irreale: transenne, strade chiuse, polizia e vigili del fuoco attorno alla villa dei Reiner. Gli inquirenti hanno parlato di una violenza cieca, di colpi inferti con furia irrazionale, elementi tipici di un delitto d’impeto. Un’esplosione emotiva più che un piano premeditato, come spesso accade nei crimini consumati tra persone legate da rapporti stretti.

Quella che si è conclusa in modo così brutale era una storia iniziata nel 1989, quando Rob Reiner aveva conosciuto Michele Singer sul set di Harry, ti presento Sally…. Un incontro destinato a cambiare non solo la sua vita privata, ma persino il finale del film. Dal loro matrimonio, il secondo per il regista, erano nati tre figli: Jake, Nick e Romy. Un’unione che, per oltre trent’anni, era stata considerata solida, lontana dai riflettori del gossip.

Hollywood sotto shock

Dopo la recente morte di Gene Hackman e di sua moglie Betsy Arakawa, trovati senza vita nella loro villa lo scorso febbraio, un’altra tragedia colpisce il cuore dell’industria cinematografica. Il mondo del cinema ha reagito con sgomento e dolore. Ben Stiller ha parlato di «una perdita enorme», Ron Howard ha ricordato come le loro carriere si fossero intrecciate fin dai tempi di Happy Days, mentre Stephen King si è detto «inorridito e addolorato». John Cusack ha riassunto il sentimento comune con poche parole: «Sono scioccato dalla morte di un grande uomo».

Un epilogo che sembra uscito da una sceneggiatura horror, ma che invece appartiene alla realtà più crudele. Una vicenda che, in poche ore, ha svelato uno dei gialli più rapidi e devastanti della cronaca nera americana, lasciando dietro di sé domande, dolore e un vuoto profondo soprattutto per la famiglia di Rob Reiner e di sua moglie.

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