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Shevchenko preoccupato per la sua Ucraina, i suoi sono ancora lì: “Dobbiamo fermare questa guerra”

Anche la famiglia di Andriy Shevchenko si trova ancora in Ucraina: è tanta la preoccupazione ma soprattutto la rabbia. La Guerra va fermata

shevchenko su ucraina

E’ in prima linea da quando l’allarme è partito, ci ha messo la faccia sin dal primo giorno di guerra. Andriy Shevchenko, che si trova in Inghilterra in questo momento, ha lanciato decine di appelli. Lo ha fatto via social, chiedendo la pace, lo ha fatto scendendo in piazza. Dopo sette giorni di guerra e con le ultime notizie che arrivano dall’Ucraina che non sono per nulla rassicuranti, per l’ennesima volta l’ex calciatore del Milan prova a parlare di pace. Lo ha fatto in tv con una toccante intervista per Sky News in Inghilterra. Molto turbato per quello che sta succedendo, Shevchenko non ha nascosto anche la sua preoccupazione per la famiglia. Sua madre è a Kiev, anche sua sorella è rimasta lì; prova a stare vicino a tutti i suoi cari con telefonate e messaggi ma non è facile.

Sono così orgoglioso di essere ucraino. È un momento molto difficile per il mio Paese, per la mia gente, per la mia famiglia. Mia madre e mia sorella sono a Kiev in questo momento e lì stanno accadendo cose terribili. Persone che muoiono, bambini che muoiono, missili puntati contro le nostre case. Dobbiamo fermare questa guerra” è l’ultimo appello dell’ex allenatore della nazionale ucraina.

L’appello di Andriy Shevchenko

Non usa giri di parole Sheva per parlare di Putin e commenta: “È un assassino . Ora il bersaglio siamo noi, che confiniamo con la Russia. Ma dopo di noi, a quale Paese toccherà?”.

A Repubblica ha anche dichiarato: “ Quello che accade è inumano, non bisogna smettere di parlarne. Abbiamo bisogno di sentire il sostegno della comunità internazionale in ogni momento. Ho detto grazie a Johnson, il premier inglese, e lo ripeto a Draghi: grazie, ci state supportando. Abbiamo bisogno di aiuti, di medicine. È uno dei più difficili momenti della storia ucraina, anche se il popolo è unito. Ogni minuto di ritardo può essere fatale, il tempo corre veloce”.

Poi anche un commento sull’esclusione delle squadre di calcio russe da tutte le competizioni: “Finché non si ferma la guerra, gli atleti russi devono stare fuori. Cosa direi a un atleta russo? Non a un atleta, al popolo russo. Come potete vedere tutto questo? Abbiate una reazione. Scendete nelle strade, andate in piazza e fermate la guerra. Questa invasione è assurda”.

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