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La favola di Yeman Crippa: in Etiopia viveva in strada, oggi è medaglia d’oro

E' una favola moderna quella che Yeman Crippa sta vivendo: dalla vita in strada alla medaglia d'oro

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E’ una storia davvero particolare quella di Yeman Crippa, una sorta di favola moderna in un mondo i cui le Cenerentole non esistono più ma al loro posto ci sono bambini ai quali, grazie all’adozione, viene data una seconda possibilità. E’ quello che è successo a Yeman Crippa, adottato da una famiglia trentina. Un ragazzo cresciuto in montagna nella nostra e nella sua Italia, che però ha un passato impossibile da dimenticare alle spalle. Un passato che gli ha permesso di arrivare a vincere un oro nell’Europeo di Monaco 2022. Una medaglia d’oro regalata alla nostra Italia, alla sua. 10 mila metri, e un finale di corsa che lo ha eletto il più forte d’Europa. “Ho avuto una storia particolare, è vero. Mi sento tanto fortunato di essere potuto venire in Italia e di aver scoperto che c’è un’altra vita. Mi è stato dato un futuro diverso, migliore. E’ questo il motivo per cui questo oro che ho aspettato a lungo lo dedico a me stesso” ha detto il campione italiano nella sua intervista al Corriere della sera.

La favola moderna di Yeman Crippa: dalla strada alla medaglia d’oro

Il neo campione d’Europa ha raccontato: “Mi sento fortunato ad essere stato adottato: questa, in fondo, è la mia seconda vita. In Etiopia mi aspettava un’esistenza misera, da orfano in orfanotrofio, non avevo idea di come sarebbe andata a finire.

Il suo grazie più grande va a chi lo ha cresciuto con amore: “I miei genitori adottivi mi hanno dato una possibilità: una vita normale, un tetto, la scuola, l’atletica. Sono arrivato in Italia da Dessiè, 400 km da Addis Abeba, un piccolo villaggio. Sono partito dal nulla. Avere dei vestiti e dei libri di scuola in Trentino era già tantissimo.”

E poi: “ I miei compagni avevano tutto, abiti di marca e giocattoli di cartoleria. Io non ho mai avuto né giochi né vestiti comprati, mai avuto cose materiali. Io e i miei fratelli ci siamo sempre dovuti meritare tutto, ma va bene così. Ho imparato a soffrire, a sacrificarmi, a lavorare con determinazione per un risultato. Il mezzofondo, in confronto, mi è parso quasi facile“. I genitori biologici di Yeman sono morti quando lui aveva solo 5 anni. Ricorda poco e i ricordi sono tutti brutti. Ma spiega che per i bambini in Etiopia è normale vivere in strada, una cosa che in Italia, nessuno potrebbe immaginare.

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