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La letterina alla Befana di Luciana Littizzetto: ironia su Marco Carta, Elisa Isoardi, Barbara d’Urso e Maria de Filippi

Dalla puntata di Che tempo che fa del 22 dicembre 2019 arriva la lettera di Luciana Littizzetto alla Befana

Meglio scrivere alla Befana che a Babbo Natale per queste feste, ha spiegato Luciana Littizzetto nella puntata di Che tempo che fa in onda il 22 dicembre 2019. E così in compagnia di una bellissima Belen, ospite della puntata, Luciana ha deciso di leggere la sua lettera alla Befana per esprimere qualche desiderio in vista anche del nuovo anno. E ovviamente non sono mancate le “prese in giro” le frecciate ironiche verso altri personaggi del mondo dello spettacolo.

LA LETTERA DI LUCIANA LITTIZZETTO ALLA BEFANA DA CHE TEMPO CHE FA

Inizia così la lettera di Luciana Littizzetto alla Befana:

“Cara Befana, meravigliosa creatura che sei sola al mondo, siamo io e Belen che ti parliamo, due gemelle separate alla nascita. Io sono la versione prodotta in Cina. Se ci confondi io sono quella alla tua sinistra. Siamo tutte e due amiche di Maria. La conosci la De Filippa? Lei è quella con la voce che raschia come quando cambi marcia senza schiacciare la frizione.  Anche Maria come te riceve tante letterine, ma non l’ho vista mai con una scopa in mano.

E’ un po’ il riassunto di quello che è successo in questo 2019, con uno sguardo a quello che accadrà l’anno prossimo la lettera di Luciana:

Befana ti sento tanto vicina, tutti dicono che sei brutta, ma secondo me no. Somiglia solo ad Amadeus truccato da donna. Sappia che se avessi in faccia le luci di Barbara d’Urso saresti molto bella anche tu.
Sostieni Papa Francy che ha abolito il segreto pontificio. Questa è una cosa bellissima. Finalmente nella Chiesa i porci smetteranno di avere le ali.  A Greta porta un nuovo impermeabile di un altro colore, perché altrimenti sembra un operaio dell’Anas con le treccine.

E per finire:

Alla Isoardi – se vuole riconquistare Salvini – consiglia di fare una puntata su come cucinare le Sardine. Infine Befana cara, a Marco Carta non portare una calza. A lui puoi portare un paio di magliette. Così non si deve sbattere a recuperarle in giro. Non c’è bisogno che le incarti, la carta la mette lui”

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