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Roberto Baggio, l’uomo che è diventato dopo il calcio: “Se devi parlare devi migliorare il silenzio”

L'intervista di Cesare Cremonini a Roberto Baggio su Vanity Fair da leggere senza distrazioni

Roberto Baggio è tra le icone del calcio, un grande anche con la sua decisione di smettere di giocare. Una scelta che gli ha dato un’altra vita; felice di smettere di soffrire per i suoi dolori in campo ma con un nuovo ruolo in famiglia, quello che fino a quel momento aveva occupato sua moglie Andreina Fabbri. Una famiglia bellissima, tre figli: Valentina, Mattia e Leonardo, poi c’è l’amore immenso di Roberto Baggio e la sua Andreina. E’ Cesare Cremonini a intervistare Baggio per Vanity Fair. Chi ama il calcio conosce la sua frase: “I rigori li sbaglia solamente chi ha il coraggio di tirarli”. Nel tempo ha aggiunto: “I sogni sono nelle mani di chi ha il coraggio di sognare ed è disposto ad assumersi la responsabilità e difficoltà pur di inseguirli e realizzarli”. Lui li ha inseguiti e ancora oggi si ritrova con le ginocchia che lo tormentano per quel super lavoro. Oggi il calcio si limita a guardarlo, è stata la sua passione, conserva le cicatrici che mostra ai figli, anche quelle dell’anima. Da tutto ha tratto insegnamento e nell’intervista si sente il sapore della sua saggezza. “Una volta ho letto una frase che mi ha colpito molto: se devi parlare, devi migliorare il silenzio. Da profondo amante della natura so che non è facile migliorare il silenzio, devi davvero avere qualcosa di importante da dire” se tutti sapessero apprezzare queste parole.

ROBERTO BAGGIO LONTANO DAI RIFLETTORI LA SUA NUOVA VITA

“Vivo la famiglia, vedo crescere i figli, mi dedico alla mia terra, parlo con gli amici. Posso dirmi fortunato, so che per tutti non è così ed è proprio per questo che bisogna nutrire un profondo rispetto per la vita, non disperdere il bene che hai ricevuto. Nel far ciò, non vedo nessun rifiuto, nessuna rinuncia, anzi. Cerco di vivere con passione la mia vita, faccio quello in cui credo e ho sempre creduto. Mi guidano i valori che sono gli stessi di quando ero ragazzo. Forse ora sono un po’ più saggio”.

Una saggezza che l’ha portato anche a un impegno umanitario costante, da lì riconoscimenti importantissimi.

L’intervista è lunghissima e in nessun punto banale, si conclude parlando della pandemia: “Stiamo vivendo momenti terribili. La generazione che ci ha insegnato valori alti e profondi viene portata via da questo virus maledetto. Spesso non possiamo nemmeno regalare l’ultimo saluto a queste grandi persone che, soprattutto con l’esempio, ci hanno insegnato a vivere”. Spera che tutto ciò che ci fa soffrire oggi sia di insegnamento, ci faccia riflettere: “Domandiamoci se agiamo per il Bene, per il Giusto. Troviamo il coraggio di emozionarci anche per piccoli gesti, viviamo con ancora maggiore intensità la famiglia, i figli, adesso che li abbiamo per più tempo a casa. Questa è la fantasia del numero dieci, oggi. Segnare un goal al
Covid è uscire dalla pandemia con una nuova forza, una maggiore consapevolezza di quel che siamo. Lo so, è difficile, specie per chi ha vissuto il dolore indicibile del lutto. Ma è una battaglia che dobbiamo affrontare”.

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