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L’addio di Vincenzo Salemme nella lettera a Maradona: ” le chiedo perdono e la ricorderò per sempre con tutto il cuore”

La lunga lettera di Vincenzo Salemme per Diego Armando Maradona: le sue parole sui social

Sono migliaia le persone arrivate davanti allo Stadio San Paolo per un ultimo saluto a Diego Armando Maradona, come se l’animo del calciatore morto ieri in Argentina potesse essere lì, dove in tanti lo ricordano. In quello stadio che ha visto le sue prodezze che resteranno indelebili nella mente di tutti i tifosi del Napoli e non solo. Sono centinaia di migliaia i messaggi arrivati in queste ore sui social, in tv, su ogni mezzo di comunicazione per l’ex calciatore che si è spento a 60 anni.

Vogliamo condividere con voi la lettera scritta da Vincenzo Salemme che non dimentica anche le tante critiche e le derisioni che negli anni l’ex campione ha dovuto subire anche a causa di una vita fatta di eccessi e vizi.

LA LETTERA DI VINCENZO SALEMME PER DIEGO ARMANDO MARADONA

Ed ecco il testo della lettera che Vincenzo Salemme ha voluto condividere sui social:

Signor Diego Armando Maradona, mi chiamo Vincenzo Salemme e faccio l’attore. Non ho avuto la fortuna di conoscerla personalmente ma appena ho sentito la notizia della sua morte ho provato un dolore profondo, come quelli che si provano quando si perde un affetto molto caro. Le sto dando il lei per rispetto, per la stima che le porto e perché vorrei provare a dire qualcosa su di lei come persona e non come calciatore che pure ho amato alla follia tanto da diventare tifoso del Napoli grazie a lei. Di lei voglio ricordare le lacrime quando venne indegnamente fischiato l’inno della sua nazionale e del suo paese. Di lei voglio ricordare la lealtà verso i compagni di squadra. Di lei voglio ricordare la capacità di riconoscere i propri errori. Di lei voglio ricordare gli inganni della tentazione nei quali è caduto e per quegli inganni credo che molti debbano chiedere perdono. Di lei voglio ricordare la generosità con la quale si mostrava al mondo, la mancanza totale di schemi, l’innocenza del suo genio e persino il declino del suo splendido fisico. Di lei voglio ricordare la frase regalata al grande Kusturica : “Emir, te lo immagini che calciatore sarei stato senza la cocaina?”. Ebbene, signor Diego Armando Maradona, sappia, almeno da parte mia, che quella orribile droga che regala illusioni e onnipotenza, non è riuscita a scalfire il suo genio. E, per conto mio, non ha nemmeno annebbiato la sua enorme, gigantesca e dolorosa sensibilità. Per tutto quello che ha sofferto, a nome di tutti i “normali” del mondo, io le chiedo perdono e la ricorderò per sempre con tutto il cuore.

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