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Drupi racconta la povertà da bambino, la madre che lavorava sempre

Drupi ricorda l'infanzia così povera da non avere davvero niente. Il papà è morto quando lui aveva un anno

Ospite a Oggi è un altro giorno Drupi racconta gli anni da bambino, la sua infanzia così povera da non avere davvero niente. Il padre non lo ricorda, è morto quando lui aveva solo 1 anno; la madre era sempre al lavoro, l’ha amata tanto ma non era con lui come avrebbe voluto. “Eravamo molto poveri, tanto – a Drupi viene in mente un unico regalo – mi ricordo che per la quarta o quinta elementare mia mamma si svenò e mi comprò un soldatino, un indiano, forse perché avevo i capelli lunghi”. Si emoziona mentre racconta: “Lei faceva la donna di servizio – Drupi si ferma un attimo, sospira, ricorda che non la vedeva mai – l’hanno amata di più i figli di questa signora – si corregge – no anche io l’ho amata tanto ma di certo l’ho frequentata meno perché era sempre al lavoro lei”.

Drupi a Oggi è un altro giorno ricorda la sua infanzia

“Mio padre è morto che avevo un anno e nemmeno me lo ricordo. Ho una foto meravigliosa di questo uomo in divisa, perché lui era un sommergibilista”. A 18 anni Drupi si trovò tra le mani qualcosa di suo padre. “Venne catturato dagli americani e andò in prigionia e mia mamma mi raccontava che i prigionieri venivano pagati e al compimento del mio 18esimo compleanno mi arrivò un assegno da un ente americano di 220mila lire, che era già una cifra, e mi sono subito preso una moto”.

La sua infanzia di ristrettezze economiche non la racconta con sofferenza: “Ero felice per cose mie, per la natura che c’era dappertutto”. Era felice perché ogni conquista, ogni traguardo erano importanti, emozioni forti. Anche il primo jeans comprato è stata un’emozione grande. Ricorda che li lavava con la candeggina per averli moderni. Era adolescente quando ha avuto i primi jeans, 13 o forse 14 anni.

Faceva l’idraulico Drupi e scherza ma non troppo: “Facevo l’idraulico ed eravamo dei poveracci, mi sono messo a fare il cantante e gli idraulici girano con grandi macchine e i cantanti con le pezze al sedere”.

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