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Sara Tommasi torna in tv: la droga, la malattia e poi la rinascita

E' forte e toccante il monologo di Sara Tommasi a Le Iene

sara tommasi

Forse i più giovani non ricorderanno la storia di Sara Tommasi o forse qualcuno ricorderà il suo nome associato solo per il film per adulti che girò, manipolata e usata dalle persone che aveva al suo fianco. Quella di Sara è la storia di una ragazza bella e promettente, entrata forse troppo presto nel mondo dello spettacolo, senza armi per difendersi. Come lei stessa ha ricordato ieri a Le Iene, nel monologo in onda nella puntata del 31 gennaio, il rifiuto della sua malattia, l’ha portata nel tempo a compiere una serie di errori che hanno distrutto la sua vita e le hanno fatto vivere il periodo più drammatico. Un momento brutto, durante il quale va detto, molte persone non l’hanno capita e hanno invece, approfittato della sua fragilità. Oggi è una donna diversa, che prende i suoi farmaci, che ha accettato il fatto di essere bipolare e di aver bisogno dell’affetto delle persone a lei care. Ringrazia sua madre, che ha lottato con i denti per vederla rinascere e suo marito.

Il monologo di Sara Tommasi a Le Iene

Undici anni fa mi hanno diagnosticato un grave disturbo bipolare. Quando ne soffri puoi non accorgerti di stare male, ma gli altri si accorgono che non sei più tu. Io non mi sentivo malata e non volevo esserlo. Avevo successo e non volevo diventare una perdente, così ho negato la malattia, ho rifiutato le cure e l’aiuto della mia famiglia. Poi ho permesso alle persone sbagliate di approfittarsi di me. Ho iniziato ad assumere droga. In quel periodo una striscia era la mia medicina, la cosa più deliziosa. Sono sul set di un film per adulti senza sapere come e non ero in me in quel momento” è questo il forte e potente racconto della Tommasi nella puntata de Le Iene del 31 gennaio 2023.

Non tutti all’epoca compresero, anche la stampa. Per molto tempo si pensò che quella della malattia era una sorta di balla, un’invenzione per giustificare tutti gli errori fatti e una vita dissoluta tra alcol, droga e film a luci rosse. Ma la storia di Sara Tommasi, è tutta un’altra storia. Lo ricorda anche lei con le sue parole: “Ancora oggi qualcuno non capisce che in quella storia io sono la vittima. Poi in un momento di lucidità ho capito che dovevo farmi aiutare. Così prima insieme a mia madre e poi con mio marito ho raccolto i pezzi della mia identità, ricostruendo il puzzle giorno dopo giorno. Dal bipolarismo non si guarisce mai del tutto, ma si può avere una vita felice. Voglio dirlo ai ragazzi che mi scrivono che si sono riconosciuti nella mia storia. Non focalizzatevi su ciò che la malattia vi ha tolto, ma su quello che vi ha lasciato. Guardate le carte che avete in mano e giocate con quelle la vostra partita.

Il messaggio per le persone che soffrono della sua stessa malattia: “Curatevi con i farmaci e con l’amore. La malattia non possiamo farla sparire, ma possiamo affrontarla. Neanche quel brutto periodo posso farlo sparire, ma oggi lo lascio alle spalle. La malattia sarà con me per tutta la vita, ma ora c’è mio marito, il mio angelo custode. Oggi voglio dimenticare il buio e vivere al sole. Voglio ricominciare da Sara”.

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