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Arisa: quelle parole che continuano a farla soffrire

C'è una cosa che dicono sempre ad Arisa e che da sempre la fa soffrire tantissimo

arisa verissimo

A Verissimo Arisa parla delle sue emozioni, dell’amore che non c’è, dei dispiaceri. Amici è stata ed è un’emozione positiva, la nuova possibilità ma racconta anche cosa le ha sempre fatto male e continua a farle male. Le dicono che è matta, è da sempre così e Arisa ci resta male, prova a spiegare com’è realmente ma non dovrebbe averne bisogno, basterebbe solo ascoltare le sue canzoni perché le critiche non mancheranno mai ma quelle parole fanno male. Amici quest’anno è stata per lei un’edizione piena di emozioni, diversa perché in lei sono cambiate delle cose. “Sono stata per un anno a Roma, ho vissuto da sola, completamente da sola quindi, ho avuto tempo di pensare, di dedicare, di dedicarmi a questo lavoro però anche di pensare un po’ a me stessa e completamente come non avevo mai fatto”. Per Arisa è stato un anno importante, il suo quarantesimo anno lo ricorderà per sempre. In tanti la amano ma c’è chi la critica e quando Silvia Toffanin le chiede cosa l’ha ferita di più non ha bisogno di pensarci.

Arisa a Verissimo

“Qual è la cosa che hanno detto di te che più ti ha ferito nel profondo?” chiede la Toffanin alla sua ospite che ha intervistato più volte ma questa volta è da sola con le sue domande.

“Che sono matta… che sono matta… ‘tanto quella è matta’… sempre così però adesso penso che più o meno si sono resi conto tutti che è solo un mio modo di essere che poi in realtà non è che sono matta” si rattrista mentre lo dice. Pensate per un attimo cosa si può provare nel leggere e sentirsi dire queste parole.

Silvia Toffanin le ripete che è semplicemente molto sensibile e introspettiva, poi preferisce chiuderlo questo argomento, Arisa ci sta male, è evidente, le parole hanno sempre un peso. Meglio parlare di musica, della sua ultima canzone, Non vado via. “Racconta di una storia d’amore dove una delle due parti decide nonostante i problemi di rimanere fermo e io ho utilizzato questa metafora per raccontare un po’ una storia che mi riguarda molto da vicino e che vivo tutti i giorni con me stessa, per il fatto di a volte non sentirsi abbastanza all’altezza delle cose e di voler mollare la spugna. Invece, questa è la mia storia quindi io non vado via ma rimango e cerco di fiorire tutti i semi che ho piantato finora”.

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