Giulio Scarpati: il dolore per la malattia della madre, l’errore che ha commesso
Giulio Scarpati ha vissuto la malattia della madre e solo dopo ha capito che c'è un errore che non bisogna mai commettere
E’ difficile per un figlio, come per Giulio Scarpati, accettare una malattia come l’Alzheimer. E’ la madre dell’attore che abbiamo apprezzato in tanti ruoli, indimenticabile in Un medico in famiglia, che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita con uno dei mali che affligge tante famiglie. Giulio Scarpati la malattia ella madre non l’ha mi accettata del tutto, come può un figlio accettare che un genitore non ti riconosca più.
Ma c’è una cosa che lui racconta non va fatta mai, c’è un errore che chi è accanto a un malato di Alzheimer non deve mai commettere. Giulio Scarpati quell’errore una volta l’ha commesso e a La volta buona oggi ne parla ancora con dispiacere. >>>Nora Venturini e Giulio Scarpati insieme da 40 anni: “La monogamia è la peggiore delle perversioni”
Giulio Scarpati a La volta buona parla della malattia della madre
E’ una lezione importante per tutti, Giulio Scarpati confida cosa ha fatto un giorno a Napoli, spiega che non va fatto, l’ha capito solo dopo. La sua mamma amava i fiori, curare le piante, un hobby che da tempo ha fatto suo, lo rilassa molto. “Mia madre era una svizzera, tedesca napoletana perché era nata a Napoli però mio nonno era svizzero tedesco che era andato a Napoli e quindi, mia madre è nata a Napoli però aveva napoletanità e un po’ di durezza” un bel mix di cui parla anche nel suo libro dedicato alla madre “Ti ricordi la Casa Rossa? Lettera a mia madre”.
“Mia madre era ancora in vita quando l’ho scritto, l’ho fatto anche per me, soprattutto per me, nel senso che il dolore con un parente malato di Alzheimer è veramente grosso perché lo vedi proprio soffrire, stare male proprio, perdere la memoria, perdere i ricordi, per cui insomma è bruttissimo” ma Giulio racconta cosa ha capito che non va fatto.
“Ho scritto anche nel libro le cose che io ho sbagliato a fare, quando per esempio un giorno con mia sorella abbiamo portato mia mamma a Napoli, per le strade dell’infanzia e lei ricordava tutto, poi è entrata nella chiesa anglicana di San Pasquale dove lei abitava… lì vicino… e allora e le dico e insomma faccio invece questo grosso errore… va in chiesa da sola e quando ritorna da me mi dice che c’era una chiesa uguale quando eravamo a Napoli…”.
“E ho fatto un errore stupidissimo di dire ‘ma noi siamo a Napoli’ e lì ho visto nei suoi occhi, proprio perché si perdono, quindi in realtà non devi mai assecondare un errore ma devi sempre cercare di portarlo dall’altra parte e magari usare il contatto umano che magari comunica di più e io ti dico poi insomma ci sono rimasto così male”.
Giulio ha toccato quella realtà con mano e sa bene che chi non ha possibilità economiche vive una situazione drammatica, perché i malati hanno bisogno di assistenza h 24 e per chi lavora è tutto così complicato oltre che tanto doloroso.