Programmi TV

La mamma di Carlo Acutis a Verissimo: il primo miracolo il giorno della morte

La madre di Carlo Acutis a Verissimo racconta il momento della sua morte e il primo miracolo avvenuto subito dopo

Carlo acutis mamma

Una vita dedicata alla fede e Carlo Acutis sarà il primo santo dei millennials, è morto a 15 anni e oggi la sua mamma è a Verissimo per raccontare ai pochi che non lo conoscono chi è Carlo Acutis. Una testimonianza di fede forte arriva da Antonia Salzano Acutis, perché non è lei che ha trasmesso la fede a suo figlio ma è il contrario. In vita il giovane beato annunciò alla sua mamma che sarebbe diventato santo ma anche che lei avrebbe messo al mondo un’altra vita.

A 9 anni Carlo Acutis faceva carità domestica, perché come dice Madre Teresa di Calcutta non c’è bisogno di viaggiare lontano per aiutare altri e lui lo faceva a Miano, vicino casa. Leggi anche Antonella Clerici in preghiera ad Assisi sulla tomba di Carlo Acutis per ringraziarlo

La mamma di Carlo Acutis a Verissimo

Pensava che suo figlio avesse una missione sulla Terra, non immaginava dal cielo, pensava magari sarebbe diventato sacerdote. La sua morte è stata il momento della prova ma lui in ospedale le aveva già detto che da morto le avrebbe dato tanti segni. Antonio con il suo Carlo aveva già fatto un cammino importante, non si è mai arrabbiata con Dio: lei devota ai pastorelli di Fatima ha sognato Giacinta, la santina che pregava sempre e che le disse che Carlo sarebbe diventato come lei ma che avrebbe sofferto molto meno.

In sei giorni Carlo Acutis è andato via ma il primo miracolo c’è stato nel giorno della sua morte, una donna che doveva affrontare la chemio e pregando lui il cancro è scomparso.

Quasi ogni giorno ricevono testimonianza di una conversione o di un miracolo per opera di Carlo. Anche sua madre ha ricevuto da lui l sorriso che oggi ha sempre sul volto perché il dolore di una mamma che perde un figlio non è paragonabile a niente. 

Silvia Toffanin chiede alla signora Antonia come Carlo affrontava la malattia. Lui aveva le gambe e le braccia gonfie piene di liquidi eppure non voleva in nessun modo che le infermiere si scomodassero: “Nelle situazioni più critiche pensava agli altri invece che a se stesso. Aveva dolori lancinanti che non gli davano tregua ma sembrava avere una forza non sua”.

“Qualche attimo prima di entrare in coma mi disse che gli era venuto un po’ di mal di testa ma non mi preoccupai particolarmente perché continuavo a vederlo sofferente ma insieme sereno e pochi istanti dopo invece chiuse gli occhi e non li riaprì più. Per una mamma penso che il dolore di una morte di un figlio sia il più grande dolore però in Cristo sappiamo che tutto ha un senso, anche il dolore e sono delle croci che se accettate e vissute con serenità con la luce della fede certamente ci aiuta tantissimo a capire che tutto ha un senso, anche la morte, la sofferenza, è solo che il problema è sempre la fede”.

Seguici

Seguici su

Google News Logo
Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.