La sacrosanta replica di Caterina Balivo alle parole di Anna Falchi: il catcalling è una molestia
Caterina Balivo risponde in modo più che sacrosanto ad Anna Falchi che minimizza il fenomeno del catcalling
Momento di gelo oggi nello studio di La Volta Buona, il talk pomeridiano di Rai1 condotto da Caterina Balivo. Protagonista del dibattito, l’ospite Anna Falchi, chiamata a commentare alcune sue dichiarazioni passate sul catcalling che avevano già suscitato polemiche. Le sue parole hanno riacceso la discussione, ma è stata la conduttrice a ribaltare la situazione con una risposta netta e incisiva. Nessun applauso anche da parte del pubblico, rimasto parecchio basito dalle parole della Falchi, forse inattese, nonostante ne avesse già parlato in altre sedi.
Che cos’è il catcalling
Con il termine catcalling si indicano quelle molestie verbali o gestuali rivolte per strada, spesso sotto forma di fischi, apprezzamenti volgari o commenti sessualizzati, che hanno l’effetto di mettere a disagio chi le subisce. Un fenomeno ancora molto diffuso che, per molte donne, non ha nulla a che vedere con un semplice complimento, bensì con una forma di mancanza di rispetto e invasione della sfera personale.
Le parole di Anna Falchi a La volta buona
Durante l’intervista, Caterina Balivo ha chiesto alla conduttrice de I Fatti Vostri di chiarire alcune sue frasi rilasciate tempo fa, in cui definiva il catcalling quasi un gesto positivo: «Ce ne fossero di uomini che lo fanno, lasciamoli essere rozzi». Anna Falchi non si è tirata indietro e ha spiegato: «È quando ti fischiano per farti un complimento in modo un po’ selvaggio, come si faceva una volta. C’è sempre stato, a me non dà fastidio sinceramente, un complimento anche al mattino non fa mai male. Secondo me rischiamo di sopprimere quella cosa che hanno gli uomini, ci lamentiamo che non ci siano più maschi, ma quella è una cosa da maschio».
Lo sconcerto di Caterina Balivo alle parole di Anna Falchi
Parole che hanno lasciato interdetta la padrona di casa, che ha subito replicato con fermezza: «Tu non credi che sia un po’ una molestia? Una ragazza cammina, sta al telefono e qualcuno fa un complimento che mette in imbarazzo».
Anna Falchi, però, ha ribattuto: «No, a me non dà fastidio e per fortuna continua ancora a succedermi. Il politically correct mi sembra un po’ eccessivo».
A quel punto Caterina Balivo ha messo un punto fermo: «Però una cosa è il complimento e una cosa è sessualizzare l’aspetto di quella persona. Io ricordo che da ragazzina, anche solo per andare a fare una commissione per i miei genitori, c’erano uomini che ti fischiavano e ti facevano il verso. Io le vivevo come molestie».
Quando Anna Falchi ha insinuato che, in fondo, questi episodi potessero aiutare le donne a prendere più consapevolezza del proprio fascino, Balivo ha risposto con parole chiare e inequivocabili: «Io le vivevo come molestie».
Una frase semplice, ma potente, che ha messo in luce la differenza fondamentale tra un complimento rispettoso e un atteggiamento invadente e sessualizzante.
L’intervento di Mezzancella dalla parte di Caterina Balivo
Per stemperare la tensione è intervenuto anche Mezzancella, cercando una mediazione: «Magari Anna intende un semplice complimento. Ma quando c’è quel commento fastidioso, io da uomo mi vergogno. Se ha un’accezione sessualizzata è diverso».
Perché la risposta di Caterina Balivo ha fatto la differenza
Il confronto tra Caterina Balivo e Anna Falchi ha riportato sotto i riflettori un tema delicatissimo: ciò che per alcuni può sembrare un’innocua attenzione, per altri rappresenta un’invasione della libertà personale. La replica della conduttrice è stata magistrale proprio perché ha ridato voce a tante donne che, nel silenzio, hanno vissuto e vivono quotidianamente episodi di catcalling come vere e proprie molestie.