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I vaccini contro l’influenza 2016, quali sono e chi deve vaccinarsi

Sono vari i vaccini antinfluenzali 2016, una prevenzione per vari soggetti, ecco chi lo deve fare


L’influenza è in arrivo. Da poco è partita la nuova campagna vaccinale con la quale i medici e gli esperti consigliano, soprattutto ai soggetti a rischio, di vaccinarsi per proteggersi dai virus influenzali. Cerchiamo di capire chi deve vaccinarsi, a chi bisogna rivolgersi per fare il vaccino, l’eventuale costo della somministrazione e i vari tipi di vaccino in commercio. I soggetti che hanno più di 65 anni di età, gli operatori sanitari, i familiari di pazienti ad alto rischio, le categorie socialmente utili (polizia, vigili del fuoco), allevatori, addetti al trasporto di animali e macellatori, le donne nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, bambini di età superiore ai 6 mesi e adulti con patologie che aumentano il rischio di complicanze come malattie respiratorie, cardio-circolatorie, diabete e obesità, insufficienza renale, tumori, malattie infiammatorie croniche, malattie del fegato, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV. sono le persone che potranno fare il vaccino a costo zero. L’elenco dei queste persone che potranno fare gratuitamente il vaccino è stato pubblicato dal Ministero della Salute nella circolare “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2016-2017”.

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Tutti gli altri possono comunque vaccinarsi nei centri vaccinali, dal proprio medico di famiglia o in farmacia. Il costo del vaccino è di 10 euro e gli esperti consigliano di vaccinarsi entro la fine di novembre. In Italia sono disponibili i vaccini trivalenti con due virus di tipo A e uno di tipo B e un vaccino quadrivalente che protegge da due virus di tipo A e due di tipo B. In particolare si possono trovare vari tipo di vaccini: il vaccino spit, contenente virus influenzali frammentati, il vaccino a subunità, contenente solo gli antigeni di superficie, il vaccino adiuvato, contenente gli antigeni di superficie con un adiuvante oleoso e il vaccino intradermico In generale è sufficiente una sola dose ma nei bambini sotto i 9 anni (alla prima vaccinazione)si raccomandano due dosi. Fabrizio Pregliasco, virologo presso l’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’’IRCCS Galeazzi consiglia la somministrazione dell’intradermico o dell’adiuvato agli anziani e del quadrivalente agli altri perché “protegge meglio dai virus circolanti e sappiamo ormai che i virus di tipo B sono più “cattivi” nei confronti della popolazione giovane, dai 3 anni in su”.



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