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Umberto Tozzi sulla morte dell’ex compagna: l’ha perdonata per il male fatto a lui e al loro figlio (Foto)

Dopo la morte della sua ex compagna le parole di Umberto Tozzi fanno comprendere tutto il passato (foto)


Pochi giorni fa la notizia della morte dell’ex moglie di Umberto Tozzi, il cantante non ha postato nessun commento sui social ma al Corriere ha voluto precisare alcune cose (foto). Nessuna intervista, niente da dire su quello che era il presente di Serafina Scialò ma ha altro da commentare. Precisa che lei non è mai stata sua moglie, non si erano mai sposati. Un commento che può apparire terribile dopo la morte della donna che gli ha dato il primo figlio ma con poche altre frasi si capisce tutta l’emozione che può provare Tozzi. Parla di perdono per il male che ha fatto a lui e al loro figlio, a Nicola. Nessun commento sulla morte di Serafina, nessun desiderio di rilasciare interviste. La donna era stata trovata morta nel suo appartamento dopo l’allarme dei suoi colleghi che dopo le festività natalizie non l’avevano vista rientrare a scuola. Aveva 63 anni e lavorava in un istituto scolastico di Udine come collaboratrice scolastica. Di lei raccontano che da giovane fosse molto bella e che Umberto Tozzi fosse molto innamorato; per lei ha scritto i suoi grandi successi da Ti amo in poi.

UMBERTO TOZZI AVREBBE POTUTO MANDARE IN GALERA L’EX COMPAGNA

“Non voglio commentare. Non intendo rilasciare interviste. L’ho perdonata per tutto il male che ha fatto a me e a nostro figlio” ha risposto raggiunto dal Corriere per poi aggiungere che con lei non si è mai sposato.

Avrei potuto mandarla in galera per i soldi di cui si è appropriata. A suo tempo le avevo firmato due assegni in bianco per pagare dei fornitori. Lei li mandò all’incasso: uno era di 100 milioni, l’altro di 350 milioni di lire”. Poi prosegue: “Il giudice Mastrota era pronto a spedirla in galera con tre capi di imputazione fra cui truffa e appropriazione indebita. Ma anche se mi aveva lasciato sul lastrico io rinunciai all’azione penale: era la madre di mio figlio”. La pena peggiore è stata forse morire da sola e senza che suo figlio si accorgesse di niente.



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