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Alketa Vejsiu commuove tutti con il suo monologo: un grazie sincero alla sua amata Italia

Tutta la forza e l'emozione di Alketa Vejsiu nel suo monologo a Sanremo 2020

Non avevamo dubbi che Alketa Vejsiu avrebbe incantato il pubblico. Avevamo infatti già visto il suo modo di fare, imparato a conoscere il suo modo di lavorare dando una occhiata ai video dei programmi che conduce in Albania. E Alketa ci ha ricordato quando una donna possa avere piglio, professionalità e mettere tutti d’accordo come ha fatto lei ieri sera a Sanremo. Al momento, dopo Rula, sicuramente la figura femminile migliore che Amadeus potesse proporre. E’ la vera stella della serata, con la sua parlantina travolgente ma soprattutto, con il suo grande entusiasmo. Non sappiamo quale sia stato il compenso di Alketa ma ci sentiamo davvero di dire che lei anche solo per un euro avrebbe fatto lo stesso. La felicità usciva da tutti i pori, l’emozione di aver realizzato il sogno più grande della sua vita. Eppure lei è una star in Albania ma è arrivata, non tanto in punta di piedi ma con grande umiltà in Italia, a Sanremo, mettendosi a completa disposizione del Festival e di Amadeus.

Guarda qui il suo primo look

Un grandissimo esempio, una stella bionda che ha davvero illuminato la serata. Una bella bella pagina della televisione tanto che in molti ieri sui social, invocavano il ritorno di Alketa in Italia alla conduzione di uno show.

IL COMMOVENTE MONOLOGO DI ALKETA NELLA TERZA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO

Lei ha salutato tutti con un bellissimo monologo che vi riproponiamo, vista l’ora, durante la quale è andato in onda, immaginiamo che non abbiate avuto modo di seguirlo.

Inizia così Alketa: “Tutto poteva costarti la libertà, sembra assurdo ma era davvero così se vivevi nella dittatura. Se eri bionda venivi osservata con sospetto perché bionda era Raffaella Carrà. Durante quegli anni si imparava italiano ascoltando la Rai, Sanremo era Sanremo anche quando eravamo costretti ad ascoltarlo di nascosto. Era il prezzo da pagare se vivevi quegli anni bui.

La sua gratitudine verso l’Italia è profondamente sincera:

Grazie Italia per avere tenuti accesi i nostri sogni, non ci avete abbandonato. Non lo avete fatto quando raggiungevamo la vostra costa per vivere. L’Italia ha illuminato nostro cammino con la sua cultura, la sua musica, la sua arte e la sua bellezza. Sono qui stasera per dire grazie a Sanremo, grazie da noi che ti abbiamo sognato anche al di là del mare. Non sei soltanto tempio della musica italiana ma anche esempio di integrazione”.

E poi visto il grande successo di Ermal Meta su quel palco, non poteva non citarlo: “Un giovane ragazzo partito con la nave ha realizzato quello che sembrava impossibile per il mio paese, quel ragazzo si chiama Ermal Meta e con la sua vittoria nel 2018 ha risollevato l’orgoglio degli albanesi. Noi tifiamo per la vostra musica e per tutti quello che vi appartiene. Anche ai mondiali tifiamo Italia, esultiamo ai vostri goal. La musica cancella i confini che ci separano . Non costruisce muri come a Berlino o in Messico. Semplicemente si diffonde e canta l’amore, i sogni, la vita e ci insegna ad amare e a volare. Oggi che il mio paese fa parte della grande famiglia europea sono volata qui per realizzare questo sogno. Mentre vi parlo mi viene in mente una canzone che Bobby Solo cantava qui su questo palco. Chiesi a mio padre di cosa parlasse e mi rispose che la lacrima che arriva da un cuore spezzato cresce e diventa un mare. Gli risposi ‘Ecco perché la lacrima è salata’. Quella lacrima è diventata per me metafora del dolore. E in quel dolore l’Italia è stata faro di salvezza”.

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