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Don Fabrizio Gatta bacchetta Amadeus e Achille Lauro per il battesimo sul palco di Sanremo 2022

All'ex conduttore oggi parroco di Sanremo, Don Fabrizio Gatta, non è piaciuto il battesimo di Achille Lauro. Tira le orecchie ad Amadeus, è suo Sanremo 2022, è sua la responsabilità

amadeus Achille Lauro

Achille Lauro che si presenta a torso nudo sul palco di Sanremo 2022 e che canta un brano molto simile alle sue precedenti canzoni ha deluso le aspettative, nessuna novità ma il seguito è uno show che non è piaciuto a molti. Il battesimo di Achille Lauro sulle note di Domenica avremmo voluto avesse un significato profondo, la spiegazione di chissà cosa, invece anche questo l’avevamo già visto. Don Fabrizio Gatta, l’ex conduttore Rai amico anche di Amadeus, ha detto la sua attraverso l’intervista di Fanpage. Lui è il vice parroco di Sanremo, è l’amico sacerdote che due settimane fa ha postato la foto dopo la celebrazione della Messa a cui erano presenti anche Amadeus e Lucio Presta. Non cambia di certo opinione su Amadeus per come ha permesso che Achille Lauro aprisse il festival ieri sera ma lo bacchetta, una bella tirata d’orecchie ma spiegando anche le motivazioni. Il Vescovo di Sanremo seguendo l’esibizione di Achille Lauro si è indignato ma alle parole di Monsignor Suetta sono seguite quelle del conduttore e direttore artistico. Amadeus non si è sentito offeso dal battesimo di Achille Lauro. Don Fabrizio Gatta ha cercato di capire cosa ci fosse dietro quei gesti. Perché mettere in scena un battesimo, perché scomodare i sacramenti senza un finale che sia comprensibile fino in fondo, che ci dia un messaggio che insegni qualcosa a tutti?

Don Fabrizio Gatta dice la sua sul battesimo di Achille Lauro

L’ex conduttore ha un modo speciale di affrontare un argomento come quello di ieri sera. “Ieri, guardandolo, pensavo si stesse lavando i capelli in diretta e che in sottofondo ci fosse la canzone Rolls Royce del 2019. La canzone è identica, ha cambiato solo il titolo, l’ha chiamata Domenica. A parte le battute, se Achille Lauro si fosse presentato vestito e non avesse fatto quella messinscena di cattivo gusto, oggi parleremmo soltanto di quanto la sua canzone sia una copia di Rolls Royce. È rimasto a tre anni fa, anche nelle provocazioni è vecchio. Non dice niente di nuovo, il suo è conformismo. A me dispiace, è un coniglio che fa il leone con i simboli del cattolicesimo” le sue parole abbracciano anche il mondo dello spettacolo, non si limitano solo all’acqua benedetta.

“Porta delle provocazioni fini a se stesse, che non fanno riflettere, non hanno alcun obiettivo, se non quello di far parlare di lui… È anche ignorante sui sacramenti, non ci si può battezzare da soli – ha poi aggiunto – A me dispiace, poi magari è un ragazzo che starà cercando Dio. Da amico tiro le orecchie anche ad Amadeus”.
Ed ecco la tirata d’orecchie al conduttore, al direttore artistico che sa già tutto prima che avvenga. “Capisco che non si possa censurare, anche perché io per primo sono contro ogni tipo di censura, ma da direttore artistico puoi consigliare, dirgli: “Achille, evitiamo cadute di stile quest’anno”. Vedendo la buffonata che è stata messa in scena ieri, sono rimasto profondamente deluso e anche un po’ sconsolato con Amadeus” chiude poi con una risata perché se non vigila davvero la prossima volta gli manda le “Guardie svizzere”.

“Mi sono interrogato sul senso del mio essere, del mio essere di passaggio, del mio essere umano. Il palco è lo stesso di sempre. Io, invece, no” il post di Achille Lauro mentre si esibiva e si battezzava. Incompreso, troppo ermetico o non ha già più nulla da dire?

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