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Anche Piero Chiambretti chiede di intitolare il Teatro delle Vittorie a Pippo Baudo

Tra i primi a rendere omaggio oggi a Pippo Baudo c'è Piero Chiambretti che come altri colleghi, ha una richiesta da fare alla Rai

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Oggi, alla camera ardente allestita per salutare Pippo Baudo, uno dei primi ad arrivare è stato Piero Chiambretti. Il conduttore e showman, che con Baudo ha condiviso diverse volte il palcoscenico e persino un’edizione del Festival di Sanremo, non ha trattenuto l’emozione nel ricordare l’uomo che ha segnato in maniera indelebile la storia della televisione italiana.

Piero Chiambretti: “Baudo era considerato un conservatore, ma in realtà era un rivoluzionario”

Chiambretti ha voluto sottolineare l’eredità artistica e culturale di Baudo: «Sono convinto, avendolo conosciuto anche sul palcoscenico e avendo fatto un Festival di Sanremo con lui, che era considerato un conservatore quando invece era un rivoluzionario. Pippo non ha reinventato, ha inventato la televisione italiana. Venire qui stamattina è stato un duro colpo. Ricordo che nel 1997 ho condotto il Festival con Mike Bongiorno, il primo dopo l’era Baudo, e nel 2008 ho vissuto l’ultimo Festival al suo fianco. Sembrava che Sanremo non potesse esistere senza di lui: anche in un’edizione meno fortunata, si dimostrò un grande gentiluomo, capace di affrontare con dignità anche i momenti non trionfali».

L’imprevedibilità e lo sguardo sulla società

Baudo, secondo Piero Chiambretti, ha saputo incarnare lo spirito italiano in tutta la sua complessità: «Io credo che Pippo Baudo rappresentasse pregi e difetti dell’italiano, un po’ come Alberto Sordi. Nei suoi spettacoli entravano la politica e l’attualità, Sanremo diventava una cassa di risonanza. Non a caso si è trovato spesso a mediare e risolvere questioni con sindacati e lavoratori: segno di un occhio sempre vigile sulla vita sociale del Paese».

Un teatro da intitolargli

Il conduttore ha poi auspicato un riconoscimento tangibile per Baudo: «Per quello che ha fatto non basta una statua. Credo che questo teatro, il Teatro delle Vittorie, dove è stato tante volte protagonista, debba portare il suo nome».

In conclusione, Chiambretti ha scelto di regalare anche un ricordo leggero, capace di strappare un sorriso nel dolore: «Andavamo dallo stesso dentista. Io avevo il terrore e chiedevo dosi da cavallo di anestesia. Lui invece apriva la bocca e dormiva. Coraggioso e sprezzante del dolore, proprio come ha affrontato la malattia. Io urlavo, lui riposava sereno. È un’immagine che porterò sempre con me».

Un ricordo commosso, ma anche ironico, quello di Piero Chiambretti, che restituisce la grandezza e l’umanità di Pippo Baudo: un uomo che, come ha ricordato lo showman, non solo ha segnato la storia della televisione, ma ha saputo incarnare lo spirito stesso del nostro Paese.

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