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Il giallo sull’eredità di Pippo Baudo: gli eredi non hanno ancora accettato perchè troppo bassa?

Un vero e proprio giallo ruota intorno all'eredità di Pippo Baudo: sono passati mesi ma ancora gli eredi non avrebbero accettato il lascito

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Il palcoscenico è vuoto, ma attorno all’eredità di Pippo Baudo continua a serpeggiare un’attesa sospesa, quasi teatrale. A mesi dall’apertura del testamento – avvenuta il 9 settembre nello studio del notaio Renato Carraffa a Bracciano – la situazione resta immobile. Nonostante il documento sia stato letto, gli eredi non hanno ancora formalizzato l’accettazione. Né Tiziana, la figlia nata dal matrimonio con Angela Lippi, né Alessandro, riconosciuto nel 1996 e frutto della relazione con Mirella Adinolfi. E neppure Dina Minna, assistente storica del presentatore, figura centrale negli ultimi anni della sua vita e già protagonista di tensioni con Katia Ricciarelli ai tempi del loro matrimonio.

Il giallo dell’eredità di Pippo Baudo

Il punto che blocca tutto non sembra essere un dissenso familiare esplicito, bensì il valore stesso dell’eredità. Le prime stime hanno valutato il patrimonio in circa 10 milioni di euro. Una cifra che, per un volto simbolo della televisione italiana, protagonista di decenni di cachet altissimi e proprietario di immobili e terreni distribuiti tra Lazio e Sicilia, è apparsa fin da subito sorprendentemente contenuta. L’impressione diffusa è che questa valutazione non rispecchi per intero la portata reale dei beni accumulati in una carriera tanto lunga quanto remunerativa.

Lo scarto tra percezione e numeri ha innescato una revisione più approfondita. Il sito Open, analizzando le carte disponibili, ha stimato che il solo patrimonio immobiliare ammonterebbe a circa sei milioni di euro. Un quadro che si amplia considerando gli appartamenti nel centro di Roma, come quelli in via della Vite, gli uffici nel quartiere Prati, i terreni siciliani a cui Baudo era profondamente legato e le proprietà laziali di Fiano Romano. Nel corso degli anni, alcune di queste dimore sono state ristrutturate e rivendute, come la Palazzina Borghese di Morlupo o la villa di Torre delle Stelle in Sardegna, alimentando ulteriormente il dibattito sugli effettivi introiti generati.

In questo intreccio di beni, affetti e memorie, la lentezza della procedura appare come la conseguenza naturale della necessità di ricostruire un quadro realistico e completo. Ogni proprietà racconta un frammento della vita del conduttore: i luoghi del lavoro, gli spazi in cui prendevano forma i programmi, le terre che custodivano le sue radici. Ed è forse proprio questa stratificazione – emotiva oltre che economica – a rendere l’eredità ancora oggetto di analisi.

Resta dunque una domanda sospesa: perché un atto che solitamente si chiude in tempi relativamente brevi continua a restare aperto? I mesi trascorsi lasciano intuire che la questione non si risolverà in fretta e che saranno necessari ulteriori accertamenti per arrivare a un’accettazione definitiva. Finché ciò non avverrà, la vicenda resterà come una sigla che indugia prima di dissolversi, mentre il ricordo di Pippo Baudo continua a occupare la scena con la forza discreta delle grandi figure della nostra televisione.

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