Attualità Italiana

Catania, barelliere uccideva sull’ambulanza i malati per venderli alle pompe funebri

A Catania, arrestato barelliere che uccideva i malati sull'ambulanza della morte, per favorire le agenzie di pompe funebri: lo zampino della mafia

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Catania, arrestato barelliere che uccideva i pazienti nell’ambulanza per un favore alle pompe funebri. Ogni decesso valeva 300 euro. Le ultime notizie rivelano che, attualmente, sono stati accertati tre casi. Ma gli inquirenti starebbero indagando su altre 50 morti. L’inchiesta si è aperta dopo che un pentito ha scelto di parlare a Le Iene. Pare che il barelliere provocasse il decesso dei malati iniettando dell’aria in vena. Questa mattina, giovedì 21 dicembre, è stato arrestato il responsabile, un uomo di 42 anni.

CATANIA, ARRESTATO BARELLIERE DI UN’AMBULANZA ULTIME NOTIZIE: UOMO DI 42 ANNI UCCIDEVA I MALATI PER FAVORIRE LE AGENZIE DI POMPE FUNEBRI

Accade a Catania, un uomo di 42 anni, barelliere di un’ambulanza, provocava la morte di alcuni malati per ricevere in cambio dei soldi dalle pompe funebri. Ogni decesso gli veniva retribuito con 300 euro. La notizia è uscita fuori attraverso il programma de Le Iene, che ha intervistato un pentito. Il barelliere avrebbe iniettato dell’aria in vena a tre anziani malati, per garantire le onoranze funebri a pagamento. Per sono tre i casi accertati, ma le indagini stanno valutando altri 50 morti. Questa mattina i carabinieri hanno arrestato il 42enne di Catania, ovvero il barelliere Davide Garofalo. Quest’ultimo è accusato di omicidio volontario, aggravato dal fatto che tutto questo tempo ha agevolato gli interessi della mafia, Cosa Nostra. I carabinieri stavano portando avanti questa indagine da qualche mese. Il pentito, a Le Iene, aveva rivelato che i decessi avvenivano proprio sull’ambulanza, che si dirigeva verso a casa dei pazienti dall’ospedale di Biancavilla. I malati venivano dimessi dalla struttura ospedaliera poiché in fin di vita. Pare da diversi anni, precisamente dal 2012, che il barelliere portasse avanti questa situazione.

CATANIA, IL PENTITO SI CONFESSA A LE IENE: LO ZAMPINO DI COSA NOSTRA

Le ultime notizie rivelano che i medici e i vertici dell’ospedale di Biancavilla erano ignari di quanto stava accadendo. Sappiamo che i carabinieri di Catania hanno preso le cartelle cliniche delle vittime. Il collaboratore di giustizia ha ammesso che i malati non morivano per mano di Dio. Il pentito racconta che, quando il malato tornava a casa, “siccome era in agonia e sarebbe deceduto lo stesso, gli iniettavano dell’aria con l’ago nel sangue, e il malato moriva per embolia”. I familiari, proprio per tale motivo, non si accorgevano di quanto fosse accaduto all’interno dell’ambulanza. Dopo il decesso veniva proposta ai parenti un’agenzia di onoranze funebri. In tutta questa storia ci sarebbe lo zampino di Cosa nostra. Infatti, pare che il barelliere agisse per interesse del clan Mazzaglia-Toscano-Tomasello e del clan Santangelo di Adrano.



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