Attualità Italiana

A Le Iene intervista esclusiva a Olindo Romano che ribadisce la sua innocenza

Nella puntata de Le Iene in onda il 28 ottobre 2018 in esclusiva la prima intervista per la tv a Olindo Romano che racconta la sua versione dei fatti e ribadisce la sua innocenza: non è lui il mostro della strage di Erba


Con il sorriso, con qualche capello bianco in più, con il volto segnato dal carcere: Olindo Romano diventa protagonista di una lunga intervista per Le Iene. Tocca ad Antonino Monteleone, che sta seguendo da giorni questa inchiesta, incontrare faccia a faccia nel carcere di Opera l’uomo che per la giustizia italiana è un pluriomicida. Non staremo qui a ricordare quello che è accaduto nei dettagli: la legge ha stabilito che Olindo e Rosa hanno ucciso senza pietà 4 persone, tra loro un bambino di due anni. Olindo e Rosa, tra le altre cose, si sono anche accusati, confessando l’omicidio delle persone morte in quella che è passata alla storia della cronaca nera La Strage di Erba. 

In questi anni, anche sul nostro sito, abbiamo raccontato di come i dubbi, sulla colpevolezza di Olindo e Rosa non sono mai mancati. Un resoconto derivato dalla visione di video, dalla lettura di stralci degli atti processuali. Olindo e Rosa scontano la loro pena in due carceri separati, si possono vedere una sola volta al mese ma oggi, urlano la loro innocenza e spiegano di non avere nulla a che fare con l’omicidio delle persone che abitavano nel loro stesso palazzo. Rosa e Olindo non hanno mai parlato in tv. E’ la prima volta che Olindo accetta di fare l’intervista con un programma televisivo e lo fa con Le Iene che da settimane seguono il caso e danno spazio anche ad altre tesi.

Olindo giura, prima di iniziare questa intervista, che dirà tutta la verità. Lo fa sulla cosa più cara che ha, lo giura su sua moglie. Le Iene non sono il primo programma che si occupano di questa vicenda e che cercano di capire se Olindo e Rosa sono due spietati assassini. Anche altri programmi, come ad esempio Chi l’ha visto, per lungo tempo hanno cercato di capire se le prove raccolte prima e dopo l’arresto di Olindo e Rosa, sono davvero utili a dimostrare che sono stati loro. 

 A LE IENE L’INTERVISTA IN ESCLUSIVA A OLINDO ROMANO : E’ LUI O NON E’ LUI IL MOSTRO DELLA STRAGE DI ERBA? 

“Forse ci hanno scambiati per quello che non eravamo, i fatti non coincidono con tutto quello che è successo, comprese quelle mezze confessioni, non sono stato io a uccidere quelle persone”, dice Olindo. E subito spiega che, se anche avesse una idea di chi potrebbe aver fatto del male ai suoi vicini, non è nelle sue intenzioni quelle di puntare il dito. Sta infatti pagando sulla sua pelle le accuse da persona innocente e non vuole accusare altri. Ma Olindo non ha dubbi di una cosa: è stato un professionista a commettere questa strage, una persona che sapeva come muoversi e che non ha lasciato tracce. Olindo non vuole accusare nessuno ma non può nascondere la sua convinzione: all’inizio pensava che fosse stato il Azouz.

Olindo e Rosa avevano pensato alla colpevolezza del marito della Castagna perchè sentivano spesso i coniugi litigare: 

Litigavamo con loro per le solite liti condominiali. Il motivo della prima era su una festa. Avevo la camera da letto sotto il soggiorno, andavano avanti fino alle quattro del mattino. E io mi dovevo svegliare alle cinque, continua Olindo. “Non ho mai visto spacciare, però il vai e vieni c’era. Ci arrivava di tutto. Si capiva che c’era qualcos’altro, oltre alle feste. Ammazzi uno perché non lo sopporti? Litigare sì”.

Olindo prova a ripercorrere i momenti che lo portarono a confessare:

“Ci siamo ritrovati in un contesto che ci portava a quello. Ci siamo trovati da casa nostra al carcere, nel giro di un’ora e mezza. In carcere non sapevamo neanche perché eravamo lì. Aspettavo qualcuno che venisse a dirmi qualcosa. Dopo due giorni sono arrivati due carabinieri. Ci hanno detto che eravamo messi male, e in poche parole ci hanno prospettato una via d’uscita. Era il minore dei mali confessare, una cosa così. Il mio primo pensiero era riuscire a vedere mia moglie, perché da quando eravamo entrati in carcere non l’avevo più vista. Noi abbiamo cercato di resistere. Però ti dicono: se non confessi non vedi più tua moglie… Anche quello ha influito. E quando sono arrivati i magistrati io mia moglie l’ho vista. Io il mio scopo l’avevo raggiunto, ma loro il loro no. Hanno fatto leva sui nostri sentimenti. All’inizio ai magistrati che volevano farci confessare l’avevamo detto che non c’entravamo niente. Ma loro hanno continuato a insistere. E non so neanch’io come sia successo, ma è saltata fuori tutta questa storia”.

Il giornalista di Italia 1 chiede come avessero fatto a conoscere i dettagli della scena del crimine. Olindo spiega:

“Ce li hanno fatti vedere loro! I magistrati, ci coinvolgevano loro! E alcuni dettagli li abbiamo visti su un mucchio di fotografie degli omicidi che ci hanno messo sul tavolo. Avevamo ammesso la premeditazione per avvalorare la strategia difensiva decisa con l’avvocato precedente. Se tornassi al 2006 sicuramente non rifarei la confessione”.

PER VEDERE L’INTERVISTA COMPLETA CLICCA QUI

La lunga intervista è andata avanti con altre parole di Olindo che dal carcere, continua a ribadire la sua innocenza. 



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