Attualità Italiana

Billionaire: cronaca di un focolaio annunciato. Nessuna regola dai clienti ai dipendenti

Il focolaio Billionaire: cronaca di un focolaio annunciato

In questi ultimi 3-4 giorni, l’attenzione di molti giornalisti, dopo quello che è successo in Costa Smeralda, con una fortissima impennata di casi positivi al coronavirus, si è concentrata su alcuni vip, sulle partite di calcetto, su influencer noti e meno noti che stanno raccontando le loro esperienze, e le successive quarantene, sui social. Sulla famosa foto della partitella di Briatore con Mihajlovic , Bonolis e altri vip, si sono sprecati fiumi di inchiostro ma si è perso il punto focale di questa vicenda. Ce lo ricorda anche Selvaggia Lucarelli, con un post proprio oggi sui suoi canali social. I focolai che sono nei locali della Costa Smeralda, il focolaio Billionaire.

Si sta cercando di rintracciare oltre 3000 persone che avrebbero frequentato nelle settimane prima delle chiusura delle discoteche il locale. Ma intanto tra i dipendenti del locale, ci sono almeno 70 persone contagiate. Molte di loro sono anche in ospedale e ieri, i media sardi, informavano delle condizioni di salute di uno dei barman, che sarebbe grave in terapia intensiva, intubato proprio nelle ultime ore.

BILLIONAIRE: CRONACA DI UN FOCOLAIO ANNUNCIATO

Ecco non ci voleva molto a capire che quello che si stava facendo nei locali della Costa Smeralda ( come anche nel resto di Italia , è evidente), non fosse in regola, non rispettasse nessuna dell restrizioni. E non ci voleva neppure una indagine dell’FBI per capirlo, visto che i social pullulavano di video e immagini di ciò che accadeva in quelle strutture. Ce li ricorda anche Gabriele Parpiglia, giornalista di Chi, che era tra l’altro, uno dei protagonisti della famosa partita di calcetto con Briatore. Ci parla di bicchieri passati tra i giovani influencer e non solo, di narghilè che veniva passato tra amici senza che nessuno si occupasse di cambiare il beccuccio.

E basta dare uno sguardo anche solo a un semplice video postato oggi dalla Lucarelli, per comprendere che no, tutto quello che è successo al Billionaire, non è casuale. Se i camerieri si abbassano la mascherina per fischiare mettendosi le dita in bocca, se arrivano al tavolo toccando con le stesse mani bicchieri, posare e quant’altro, è chiaro che ci si possa aspettare un focolaio in quel locale. Ed è assurdo che tutto questo, sia stato concesso.

Il business prima di tutto? A quanto pare si, con zero rispetto per chi lavorava in quei posti in primis. Ma queste persone erano le prime a non rispettare le norme. Oggi pagano forse la paura di perdere il lavoro, l’imprudenza, la convinzione di essere invincibili o immuni. Forse qualcuno prima o poi ascolterà anche le loro storie, forse ci diranno perchè, chi ha fatto credere loro che il virus al Billionaire non sarebbe entrato. Ma intanto vivono con l’incubo che le loro condizioni di salute peggiorino. E forse qualcuno ci dirà anche perchè un imprenditore che tiene al suo business e ai suoi dipendenti non si sia assicurato di far fare loro tamponi, di chiedere maggiore attenzione. Ma è difficile che possano partire consigli di questo tipo, se il negazionismo è il tuo pane quotidiano.

A tutti questi ragazzi e alle ragazze che hanno lavorato al Billionaire, forse con un po’ troppa superficialità o forse con l’incubo di ammalarsi ma con la paura di perdere il lavoro, va il nostro grosso in bocca al lupo.

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