Attualità Italiana

La storia del piccolo Nicola e i punti da chiarire: dalle scarpette al suo stato di salute

Ci sono diversi punti da chiarire nella vicenda del piccolo Nicola: dopo tante ore da solo nel bosco, nessun segno, e quelle scarpette indossate in modo perfetto

Ieri era il giorno della felicità, del miracolo. Perchè non può essere definito in modo diverso quello che è accaduto al piccolo Nicola, il bambino scomparso dalla sua casa di Palazzuolo. Se è vero che il piccolo ha trascorso nei boschi due notti e quasi due giorni, il fatto che sia stato trovato in quelle condizioni, è davvero un miracolo. Ma è possibile che un bambino che ha percorso oltre 4 chilometri, che non ha bevuto e mangiato per due giorni, si potesse trovare in quello stato di salute? Difficile a dirsi. Il giornalista che ha recuperato il piccolo, sentendo il suo lamento nel bosco non ha dubbi: Nicola era pulito, stava bene. Lo spiega anche nella trasmissione Chi l’ha visto, insieme ai colleghi che sono arrivati praticamente dopo di lui. Giuseppe di Tommaso, che il piccolo Nicola lo ha preso in braccio aiutando il carabiniere lungo il sentiero impervio, non ha riscontrato quello che si aspettava. Odore di pipì, odore di cacca, i bisogni che un bambino in due giorni avrebbe quanto meno dovuto fare ( se anche si vuole ammettere che il piccolo abbia vissuto due giorni in quel posto). In ospedale non sono stati trovati segni di disidratazione, eppure il bambino non dovrebbe aver bevuto per due giorni, e abbiamo visto il caldo che ha fatto nelle ultime 48 ore in quella zona come in tutta Italia. Non aveva segni sul corpo, se non alcuni taglietti sulle gambe. Il luogo in cui il bambino è stato trovato, è tra l’altro molto frequentato da animali, lo stesso carabiniere pensava che i versi sentiti fossero di un capriolo e non di un bambino. Eppure a Nicola non è accaduto nulla.

E poi c’è questo vero e proprio mistero delle scarpe, i sandaletti che il piccolo Nicola indossava.

La storia del piccolo Nicola e le cose che non tornano: le scarpe

I giornalisti Rai spiegano che nelle interviste che hanno fatto ai genitori di Nicola, entrambi hanno detto di averlo messo a letto con la magliettina rossa, e senza pannolino perchè era abituato così. Ma hanno specificato che non aveva le scarpe. Nicola, racconta chi lo conosce, è un bambino sveglio e autonomo. E’ davvero possibile immaginare che di notte, appena sveglio, si sia messo i sandali da solo per allontanarsi poi da casa? E non li ha persi, nonostante abbia camminati per chilometri e chilometri.

Il piccolo, vedendo i carabinieri e il giornalista che lo hanno salvato, non ha pianto. Li ha abbracciati, come se non fosse stato terrorizzato, come se non avesse trascorso lì tutto quel tempo. E’ possibile che sia stato portato solo dopo da qualcuno in quel sentiero? Anche il comandante dei carabinieri che lo ha trovato, crede che Nicola non abbia dormito in quel posto, perchè i segni di un giaciglio non ci sono. E allora che cosa può essere successo? Qualcuno aveva preso Nicola e poi, vedendo la mole di uomini e agenti arrivati sul posto per le ricerche, è tornato sui suoi passi, lasciandolo nei boschi?

Il ritardo nel dare l’allarme

Stiamo facendo i primi accertamenti sulla dinamica dell’accaduto e riferiremo alla magistratura”, ha confermato il maggiore Michele Arturo, comandante della Compagnia dei carabinieri di Borgo San Lorenzo. “La valutazione sul comportamento dei genitori al temine delle indagini sarà riferita in Procura. Intanto il papà di Nicola ha parlato, spiegando che il suo e quello della sua compagna è stato un grave errore di valutazione. Sono usciti di notte pensando di poter ritrovare subito il bambino e intorno alle 2 della prima notte di ricerche, credono anche di averlo sentito piangere. Pensando di essere quindi vicini al piccolo, hanno continuato le ricerche fino al mattino quando poi si sono resi conto di non farcela da soli, e hanno chiesto aiuto denunciando la scomparsa del piccolo.

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