Attualità Italiana

La lettera di Antonio Logli a Quarto Grado: “Non so dove è Roberta, io non le ho fatto del male”

Antonio Logli continua a proclamare la sua innocenza: ecco la lettera scritta dal carcere di Massa inviata a Quarto Grado

Nella puntata di Quarto Grado in onda ieri, 10 settembre 2021, si è parlato in modo approfondito della vicenda Roberta Ragusa. In particolare, il nuovo team che difende Antonio Logli, ha spiegato che si stanno mettendo insieme delle prove molto importanti per dimostrare che il marito di Roberta Ragusa è innocente. Il Logli dal canto suo ha deciso di scrivere una lettera dal carcere, inviata alla giornalista di Rete 4 Francesca Carollo e al conduttore, Gianluigi Nuzzi. Una lettera nella quale proclama, ancora una volta, la sua innocenza. Scrive dal carcere di Massa, dove è detenuto e spiega che finalmente, dopo più di un anno, qualche giorno fa ha potuto finalmente riabbracciare la sua famiglia.

Caso Roberta Ragusa ultime notizie: la lettera di Antonio Logli a Quarto Grado

Nella lettera scritta per i giornalisti di Rete 4, il Logli sostiene la sua tesi e si proclama, come ha sempre fatto dal 2012 a oggi, innocente. Non solo, Antonio nella sua lettera spiega di aver provato una grande emozione nel rivedere la sua famiglia, visto che a causa del covid nell’ultimo anno erano state concesse solo delle video chiamate. E questo nuovo incontro con le persone che ama, gli avrebbe dato la forza e la spinta per far si che la verità venga a galla. E’ stanco di ribadire la sua innocenza, ma è quello che deve fare perchè lui non ha nulla a che fare con la morte di Roberta Ragusa. “Spero che la verità, quella vera, verrà a galla il prima possibile” ha detto Antonio Logli. E ancora: “I miei genitori sono anziani e io vorrei riabbracciarli da uomo libero” ha scritto l’uomo condannato in via definitiva per l’omicidio di Roberta Ragusa e l’occultamento del suo cadavere. Il Logli rivela di aver nominato un nuovo avvocato, presente nello studio di Quarto Grado ieri, e di sentirsi ora nelle mani giuste. In estate ha letto tutte le carte del processo e ha esaminato con i suoi consulenti tutte le criticità della sua condanna. “Mi sono reso conto che avrei dovuto farlo prima, hanno costruito un mostro da prima pagina, bisognava trovare un colpevole e hanno deciso che ero io” ha scritto il Logli. “Io non so dove sia adesso Roberta, so solo che non sono stato io a farle del male” conclude nella sua lettera.

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