Maturità 2025, La natura è più grande di noi: analisi del testo e produzione con Chat GPT
Tra le prime tracce della maturità 2025 anche un brano di Telmo Pievani dal titolo La natura è più grande di noi. Ecco l'analisi e la produzione con Chat GPT

Al via oggi la maturità 2025 con la prima prova di italiano. Tra le tracce proposte, anche un brano di Telmo Pievani. Proposta B3 della Prova di Italiano dell’Esame di Stato Conclusivo del Secondo Ciclo di Istruzione. Il brano da analizzare è tratto da: Telmo Pievani, La natura è più grande di noi, Solferino, Milano, 2022. Abbiamo provato a rispondere alle domande fatte con Chat GPT che ha fatto una analisi del testo e una comprensione del testo proposto oggi ai maturandi.
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Maturità 2025: La natura è più grande di noi
Ecco un breve estratto del testo da analizzare:
“[…] abbiamo vissuto per secoli con l’illusione di essere i padroni del pianeta. Lo eravamo solo nei nostri sogni, mai nei fatti. Abbiamo dominato solo per qualche attimo della storia naturale, e comunque mai davvero da soli, sempre in simbiosi con altre forme di vita. Siamo una specie giovane, eppure stiamo già lasciando un’impronta ecologica profonda. E non si tratta solo di cambiamenti climatici, ma anche della sesta estinzione di massa, della perdita di biodiversità, della plastificazione degli oceani.
Le nostre attività hanno superato le soglie planetarie. […]”
L’autore riflette sull’impatto dell’umanità sul pianeta, sottolineando il contrasto tra l’illusione di superiorità e il reale ruolo della nostra specie nel contesto della biosfera. Viene evidenziato il concetto di “Antropocene”, ossia l’epoca in cui le attività umane stanno modificando in modo irreversibile la Terra.
Maturità 2025 svolgimento La natura è più grande di noi
Ecco lo svolgimento della Comprensione e analisi del testo (Proposta B3, Telmo Pievani – La natura è più grande di noi)
1. Qual è la tesi sostenuta dall’autore?
L’autore, Telmo Pievani, sostiene che l’essere umano non è il padrone della natura, come spesso ha creduto, ma una specie giovane che ha vissuto in simbiosi con altri esseri viventi e che, in tempi recenti, ha avuto un impatto negativo e sproporzionato sull’ambiente. La tesi centrale è che l’umanità deve abbandonare l’illusione di superiorità per prendere coscienza del proprio ruolo all’interno del sistema naturale, che è molto più grande di noi.
2. In che modo l’autore descrive il rapporto tra l’essere umano e la natura?
L’autore descrive il rapporto come squilibrato e segnato da un’illusione di dominio. L’uomo ha agito come se fosse al centro dell’universo, sottovalutando la complessità e l’autonomia della natura. Questa visione antropocentrica ha portato a gravi conseguenze, come la crisi climatica e la perdita di biodiversità. Pievani propone invece un rapporto fondato sulla consapevolezza dei limiti e sull’interconnessione con tutte le altre forme di vita.
3. Cosa si intende per “Antropocene”?
Il termine “Antropocene” indica l’epoca geologica attuale, caratterizzata dall’impatto determinante dell’attività umana sulla Terra. Questo concetto evidenzia come l’uomo sia diventato una forza in grado di modificare gli equilibri climatici, la biodiversità, i cicli naturali e persino la composizione del suolo e degli oceani. È un’epoca in cui l’influenza dell’uomo è così profonda da lasciare tracce geologiche durature.
4. Quali rischi derivano dall’atteggiamento “l’uomo al centro e il resto intorno”?
Questo atteggiamento porta a sottovalutare l’importanza degli ecosistemi e delle altre forme di vita, con conseguenze disastrose: crisi climatica, estinzione di massa delle specie, inquinamento globale, distruzione degli habitat. L’illusione del dominio ha portato l’umanità a superare i limiti ecologici del pianeta, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della nostra specie.
5. Secondo te, è possibile costruire una nuova consapevolezza ecologica?
Sì, è possibile, ma richiede un cambiamento culturale profondo. Serve un’educazione ambientale diffusa, una trasformazione dei modelli economici e sociali, e soprattutto un nuovo sguardo sul nostro posto nel mondo. Dobbiamo imparare a vivere in equilibrio con la natura, riconoscendo la nostra interdipendenza con tutte le forme di vita e agendo con responsabilità per il futuro del pianeta.
L’uomo e la natura: una relazione da ricostruire
Negli ultimi vent’anni, l’uomo ha assistito a una crescente serie di eventi che hanno messo in discussione il suo ruolo nel mondo naturale. Alluvioni, siccità, incendi incontrollati, scioglimento dei ghiacci, estinzioni di massa: tutto questo non è più un futuro lontano e ipotetico, ma una realtà quotidiana. Eppure, per secoli, l’essere umano si è illuso di essere il centro dell’universo, di poter sfruttare la natura a proprio piacimento senza pagarne le conseguenze. È tempo di rivedere questo rapporto: l’uomo deve smettere di sentirsi padrone della Terra e iniziare a comportarsi come parte di essa.
L’idea di dominio dell’uomo sulla natura è figlia di una visione antropocentrica che affonda le radici nell’Illuminismo e nella Rivoluzione Industriale. Questa visione, però, oggi mostra chiaramente i suoi limiti. Come sottolinea Telmo Pievani nel testo proposto, viviamo in una nuova epoca geologica: l’Antropocene. In questa fase, è l’uomo stesso a modificare in modo permanente gli equilibri del pianeta. Ma ciò non è motivo di vanto, bensì di grande preoccupazione.
Basti pensare ai dati recenti sull’emergenza climatica. Secondo il rapporto dell’IPCC del 2023, l’aumento medio della temperatura globale ha superato 1,1°C rispetto all’epoca preindustriale, avvicinandosi pericolosamente alla soglia critica di 1,5°C. Questo ha già portato a eventi estremi: nel 2021, l’alluvione in Germania ha causato oltre 180 morti; nel 2023, il Canada ha vissuto la sua peggiore stagione di incendi, con milioni di ettari di foresta andati in fumo. E l’Italia non è esclusa: basti ricordare l’alluvione in Emilia-Romagna nel 2023, che ha messo in ginocchio intere comunità.
Non si tratta solo di disastri naturali, ma anche di una crisi culturale. Abbiamo perso il senso del limite, la capacità di vivere in equilibrio con l’ambiente. Viviamo in un sistema economico che misura il progresso solo in termini di crescita e consumo, ignorando l’impatto ecologico. Eppure, sempre più giovani oggi sentono il bisogno di un cambiamento. I movimenti come Fridays for Future, guidati da Greta Thunberg, hanno riportato al centro del dibattito la questione ambientale, chiedendo con forza un’azione politica concreta.
Personalmente, penso che sia possibile costruire una nuova consapevolezza ecologica. Serve un’educazione ambientale diffusa fin dalla scuola, che ci aiuti a capire che non siamo “al di sopra” della natura, ma “dentro” la natura. Dobbiamo imparare da culture che da sempre vivono in armonia con l’ambiente, come molte popolazioni indigene. Serve anche un cambiamento nelle abitudini quotidiane: ridurre l’uso della plastica, scegliere energie rinnovabili, privilegiare una mobilità sostenibile.
In conclusione, il nostro futuro dipende dalla capacità di cambiare rotta. Non possiamo più permetterci di essere ciechi davanti ai segnali che il pianeta ci manda. La natura è più grande di noi, come scrive Pievani, ma proprio per questo dobbiamo rispettarla. Solo così potremo garantire un futuro vivibile non solo per la nostra generazione, ma per quelle che verranno.
Questa l’analisi fatta da Chat GPT in merito alla riflessione sull’uomo e la natura proposta tra le prime tracce della maturità 2025.