Omicidio Davide Gorla a Busto Arsizio: fermato l’assassino, viveva in uno dei suoi appartamenti
Dopo poche ore dall'omicidio, è stato fermato il presunto assassino di Davide Gorla: viveva in uno dei suoi appartamenti in affitto

BUSTO ARSIZIO – È stato un delitto che ha scosso il cuore della città e ha lasciato attonita un’intera comunità. Davide Gorla, 64 anni, commerciante molto noto a Busto Arsizio per la sua storica cartoleria in via Milano, è stato trovato morto nel suo negozio nel tardo pomeriggio di mercoledì. Il corpo giaceva dietro al bancone, privo di vita, con segni evidenti di violenza.
Le indagini non si sono fatte attendere. Nel giro di poche ore, gli inquirenti – guidati dal vice questore Cristian Piron – hanno concentrato l’attenzione su un sospetto: un uomo di 50 anni, originario di Castellanza, residente proprio nello stesso stabile della vittima. Viveva in un appartamento di proprietà di Gorla.
Omicidio Davide Gorla, telecamere e il cambio di maglietta: le tracce verso il fermo
Decisive per indirizzare le indagini sono state le immagini di videosorveglianza: il sospetto, brizzolato e di corporatura media, è stato immortalato mentre si allontanava dalla scena del crimine. In particolare, è stato notato mentre si cambiava la maglietta, macchiata presumibilmente di sangue, a pochi metri dalla cartoleria. Il dettaglio ha subito fatto drizzare le antenne agli investigatori.
Resta da chiarire se l’indumento di ricambio fosse stato portato con sé o trovato direttamente in negozio, che – oltre a penne e cancelleria – vende anche borse e abbigliamento. Stessa incertezza sull’arma del delitto: si ipotizza possa trattarsi di un tagliacarte, forse uno di quelli presenti nel punto vendita.
Nessun segno di rapina: probabile un confronto personale
Gli elementi raccolti dalla scientifica sembrano escludere l’ipotesi di una rapina degenerata. L’interno del negozio, infatti, appariva ordinato, senza segni evidenti di colluttazione o furto. Gli inquirenti sono invece sempre più convinti che tra la vittima e il suo presunto assassino vi fosse un legame pregresso.
Ad alimentare questa ipotesi, una frase udita da alcuni testimoni, impegnati nell’allestimento di una mostra in un edificio adiacente: «Ma cosa fai, sei matto?». Parole che lasciano intendere un litigio improvviso, forse scaturito da vecchi rancori o questioni personali.
Omicidio Davide Gorla: nessun testimone diretto, ma il cerchio si stringe
Nel negozio, al momento del delitto, non c’erano clienti. Solo Gorla e il suo assassino. Nessun testimone oculare, dunque. Eppure, le prove raccolte, dalle telecamere al contesto personale, hanno portato al fermo del vicino di casa nella notte tra mercoledì e giovedì. L’uomo ha negato ogni responsabilità, ma la sua posizione resta gravemente compromessa.
Nel frattempo, la Procura ha disposto il sequestro del locale. Dopo la rimozione del corpo, avvenuta in serata, la polizia ha apposto i sigilli alla cartoleria. Una scena che ha profondamente colpito Busto Arsizio. Il sindaco Emanuele Antonelli è rimasto sul posto fino a tardi, evitando dichiarazioni ufficiali, mentre l’amministrazione comunale ha deciso di sospendere tutte le iniziative culturali previste nei giorni successivi.
Una città sotto shock, in attesa della verità
L’omicidio di Davide Gorla non è solo una tragica vicenda di cronaca: è un evento che ha lasciato un vuoto in una comunità intera. Un uomo conosciuto, rispettato, caduto in un luogo che per decenni è stato un punto di riferimento per tanti cittadini. Ora si attende che le indagini facciano piena luce su quanto accaduto. Le prossime ore saranno cruciali per chiarire il movente e consolidare gli indizi raccolti. Ma una cosa è certa: Busto Arsizio non dimenticherà facilmente questo mercoledì di sangue.