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Perizia Albani: è di Andrea Sempio il dna sulle unghie di Chiara Poggi? Cosa è emerso

Sarebbe compatibile con quello di Andrea Sempio il dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi: ecco cosa emergerebbe dalla nuova perizia

scontrino andrea sempio intervista

La vicenda giudiziaria legata all’omicidio di Chiara Poggi torna a vibrare come una corda tesa: dopo anni di analisi, ripensamenti e archiviazioni, una nuova perizia genetica rimette al centro dell’indagine un nome già emerso in passato, quello di Andrea Sempio, oggi trentottenne e amico d’infanzia di Marco Poggi, fratello della vittima.

Secondo quanto emerge dall’anticipazione della relazione biostatistica firmata dalla genetista Denise Albani, esperta del gabinetto di polizia scientifica incaricata dal gip di Pavia, il materiale genetico isolato nel 2007 sotto le unghie di Chiara Poggi sarebbe compatibile con la linea paterna di Sempio. Va detto, ed è importante sottolinearlo, che quelle di cui vi parliamo, sono indiscrezioni giornalistiche.

E’ di Andrea Sempio il dna trovato sulle unghie si Chiara Poggi?

Il cuore della valutazione sta nell’aplotipo Y, un profilo genetico maschile condiviso soltanto da un gruppo molto ristretto di persone imparentate tra loro. Albani parla di “piena concordanza”, una formula che nel linguaggio degli esperti pesa come una pietra giudiziaria.

La comunicazione preliminare è stata inviata mercoledì, a metà mattina, via posta elettronica certificata alla procura e ai consulenti delle parti. Un documento asciutto, in attesa della perizia completa attesa per inizio dicembre, ma sufficiente a ridisegnare i contorni investigativi del caso.

Una conclusione che contraddice le analisi del passato

La posizione di Albani si discosta o meglio, si discosterebbe nettamente da quella del genetista Francesco De Stefano, perito della Corte d’Appello bis che oltre dieci anni fa aveva etichettato la stessa traccia come “non consolidata”. Quella valutazione contribuì alla richiesta di archiviazione dell’indagine su Sempio avanzata nel 2017 dall’allora procuratore aggiunto Mario Venditti, oggi a sua volta indagato in un procedimento per corruzione in atti giudiziari.

Il nuovo approfondimento mette in luce anche criticità metodologiche delle precedenti analisi: secondo Albani, i campioni non erano omogenei e nella sessione a 5 microlitri è emerso un aplotipo parziale composto da dodici marcatori. Pur chiarendo che l’aplotipo Y non consente un’identificazione individuale — perché condiviso da tutti i soggetti della stessa linea paterna — la genetista ritiene che gli elementi raccolti siano sufficienti per parlare di concordanza piena con il profilo di Andrea Sempio.

Il nodo ancora da sciogliere: come è arrivata la traccia?

L’udienza fissata per il 18 dicembre sarà il palcoscenico su cui le parti proveranno a ricostruire il viaggio di quel frammento genetico: contatto diretto durante il delitto del 13 agosto 2007? Oppure trasferimento indiretto, magari attraverso un oggetto toccato da Sempio in una delle sue visite nell’abitazione dei Poggi?

Domande che si inseguono da anni, come ombre che cambiano forma ma non scompaiono. Questa nuova perizia, tuttavia, riporta il caso su un binario inatteso e apre una fase che potrebbe rimettere in discussione il quadro giudiziario costruito finora. Certo è che se anche il dna fosse realmente quello di Andrea Sempio, poi si dovrebbe dimostrare che l’uomo è in qualche modo legato all’omicidio di Chiara Poggi. Una storia tutta da riscrivere.

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