Attualità Italiana

Tina Sgarbini soffocata con la pellicola dal suo ex Persico: “ho fatto una cavolata”

"Ho fatto una cavolata" ha scritto Christian Persico dopo aver ucciso la sua ex compagna Tina Sgarbini. La donna, madre di tre figli, aveva 47 anni

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Tina Sgarbini aveva solo 47 anni. Il suo nome purtroppo, finirà in quella maledetta “lista” se così possiamo chiamarla, di donne uccise da uomini che pensavano di possederle. Uomini che per lungo tempo hanno detto di amarle e che invece, non conoscevano neppure il senso di una parole così importante. L’amore non ti porta a prendere della pellicola e a uccidere una donna che è stata importante, speciale, a cui hai voluto bene. L’amore ti fa proteggere, costruire, coltivare, non distruggere. E così oggi raccontiamo la storia di Tina, l’ennesima donna uccisa. Vi raccontiamo dell’ennesimo femminicidio in Italia, siamo in provincia di Salerno. Da nord a sud, senza distinzioni.

Tina Sgarbini uccisa con la pellicola trasparente: fermato l’ex compagno

Christian Persico e Tina non stavano più insieme. La donna ha cercato in tutti i modi di difendersi da quella aggressione ma non ce l’ha fatta, è stata soffocata, barbaramente, dall’uomo che poi ha tentato la fuga. Durata poco, perchè a quanto pare, non è stato difficile immaginare che fosse stato proprio lui a farle del male.

Tina e Christian si erano conosciuti nel 2016 e da allora avevano intrecciato una relazione che, con il passare del tempo, si era fatta sempre più complessa. Lei, ragioniera in un’attività commerciale di vernici a Battipaglia, madre di tre figli di 24, 21 e 17 anni nati da una precedente relazione; lui, un operaio edile di 36 anni. La scorsa settimana erano stati visti insieme in un bar del centro, sereni all’apparenza, senza lasciare trapelare nulla di ciò che sarebbe accaduto. In realtà, già da alcuni mesi Tina Sgarbini aveva deciso di porre fine a quella storia che non sembrava avere prospettive solide. Una scelta che Christian non aveva mai accettato, iniziando a farle pressioni nel tentativo di riconquistarla.

A far scattare l’allarme sono stati i familiari di Persico. Dopo aver compiuto il delitto, l’uomo è rientrato a casa in stato di choc e ha lasciato un biglietto alla madre con poche parole: «Ho fatto una cavolata». Così definisce il brutale omicidio della donna che diceva di amare, una cavolata. Subito dopo si è allontanato. I parenti, temendo che il 36enne volesse togliersi la vita, hanno avvisato i carabinieri. Quando i militari sono entrati nell’abitazione di Tina, l’hanno trovata senza vita, riversa sul pavimento.

Nel frattempo Persico aveva cercato di far perdere le proprie tracce. È stato rintracciato diverse ore dopo dai carabinieri, con il volto tumefatto: secondo le prime ipotesi, avrebbe tentato di lanciarsi da un ponte poco distante dal luogo in cui è stato poi catturato. Saranno le indagini e l’interrogatorio a chiarire meglio la dinamica di quelle ore. Intanto, sul corpo di Tina Sgarbini è stata disposta l’autopsia, per ricostruire con precisione i dettagli dell’omicidio. Tina aveva tre figli, era una donna lavoratrice, una mamma che meritava di vivere.

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