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Lo storico ebreo Mark Gould si inflitra tra i neonazisti e scopre una sconcertante verità

Lo storico americano ebreo Mark Gould, si è finto per quattro anni un neonazi: si è vestito come loro, ha urlato i loro slogan, ne è diventato amico. Questo per ritrovare l’uomo, un ex Obersturmbannfuehrer di Hitler che nel 1941 uccise 28 membri della sua famiglia. Dopo aver seguito le tracce dell’aguzzino, l’ormai anziano 97enne […]

Lo storico americano ebreo Mark Gould, si è finto per quattro anni un neonazi: si è vestito come loro, ha urlato i loro slogan, ne è diventato amico. Questo per ritrovare l’uomo, un ex Obersturmbannfuehrer di Hitler che nel 1941 uccise 28 membri della sua famiglia. Dopo aver seguito le tracce dell’aguzzino, l’ormai anziano 97enne Bernhard Frank, decide di trasferirsi a Berlino, con lo scopo di denunciare la responsabilità dell’uomo sulla shoah. Gould, che viveva tranquillamente in Assia, non era stato un nazista qualsiasi, ma l’ultimo comandante del nido dell’aquila sulle Alpi bavaresi, residenza di vacanza di Hitler e soprattutto, braccio destro di Himmler, capo delle SS che mise in atto la soluzione finale.

Una volta in Germania, Gould è riuscito ad avvicinare Frank e a diventarne il confidente, riuscendo così a smascherarlo, facendogli persino ammettere l’esistenza di un suo messaggio che ordinava lo sterminio civile della popolazione bielorussa. Dopo tutto ciò, lo storico americano gli ha semplicemente elencato 28 nomi, i nomi dei suoi familiari, sterminati sotto il comando proprio  di Frank.

Ora, sia le autorità USA che la polizia di Wesbaden, hanno aperto un fascicolo su Bernhard Frank, in vista di una sua possibile incriminazione.

Cristina Lucarelli



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