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Libia, per Gheddafi sarà una guerra lunga

Già ieri il Colonnello Gheddafi aveva invitato i Paesi occidentali a non mettere le mani in una vicenda che a loro non riguardava: “La Libia non è vostra, non vi intromettete, ve ne pentirete“, aveva dichiarato. Oggi arriva una nuova minaccia del leader libico da un’emittente locale: “La nostra terra sarà un inferno per voi“. […]


Già ieri il Colonnello Gheddafi aveva invitato i Paesi occidentali a non mettere le mani in una vicenda che a loro non riguardava: “La Libia non è vostra, non vi intromettete, ve ne pentirete“, aveva dichiarato. Oggi arriva una nuova minaccia del leader libico da un’emittente locale: “La nostra terra sarà un inferno per voi“. Si riferisce alla coalizione internazionale che ormai da diverse ore sta attaccando la Libia. “Voi volete solo il nostro petrolio, la nostra terra ci è stata data da Dio. Noi siamo oppressi e colui che è oppresso vincerà, mentre coloro che opprimono saranno sconfitti” con queste parole Gheddafi annuncia la sua propensione a non mollare, ma a continuare a combattere.

Ha fatto presente che la Libia è pronta ad una guerra lunga, e ha sottolineato che la coalizione internazionale di Usa, Italia, Canada, Francia e Inghilterra non ha le capacità per combattere una guerra di lunga durata.  Così parla Gheddafi:  “Questo attacco rappresenta un nuovo nazismo, noi non lasceremo mai la nostra terra, sappiamo che noi vinceremo e voi morirete“. Il Colonnello definisce questa guerra come una crociata e aggiunge che i libici non permetteranno mai ai crociati, agli aggressori, di passeggiare per Bengasi”. “Il popolo di Bengasi – ha detto il Raìs – si difenderà quando vedrà che questo è un attacco dei crociati, non permetterà ai traditori di arrivare col mitra, ai soldati francesi e inglesi di aggredire“.

Intanto l’Ansa fa presente che l’equipaggio di un rimorchiatore d’altura italiano è stato trattenuto nel porto di Tripoli da uomini armati. Secondo le fonti, le persone a bordo sono otto italiani, due indiani e un ucraino. I fatti, secondo le informazioni disponibili, si sarebbero verificati ieri pomeriggio, quando il rimorchiatore stava sbarcando a Tripoli dei lavoratori libici. Alcuni uomini armati, tra cui uno che si sarebbe qualificato come il comandante del porto, hanno fermato l’equipaggio, impedendo al rimorchiatore di ripartire. Gli italiani e gli altri si troverebbero tuttora a bordo.

Oggi inoltre un aeroporto libico è stato bombardato da aerei invisibili ai radar (stealth) statunitensi e l’aviazione militare britannica ha lanciato raid aerei sul Paese.

Sara Moretti



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