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Guerra alla Libia, la coalizione fa vittime tra i civili

“I bombardamenti dell’aggressore colonialista hanno provocato un numero importante di morti fra i civili”. Lo ha reso noto, in un comunicato, l’agenzia ufficiale del regime Jada. Secondo la stessa fonte alcuni raid aerei avrebbero colpito ‘Tajura’ un sobborgo residenziale a est di Tripoli. Alcuni ufficiali dell’esercito ufficiale di Gheddafi avrebbero mostrato poi, ai giornalisti, diciotto […]


“I bombardamenti dell’aggressore colonialista hanno provocato un numero importante di morti fra i civili”. Lo ha reso noto, in un comunicato, l’agenzia ufficiale del regime Jada. Secondo la stessa fonte alcuni raid aerei avrebbero colpito ‘Tajura’ un sobborgo residenziale a est di Tripoli. Alcuni ufficiali dell’esercito ufficiale di Gheddafi avrebbero mostrato poi, ai giornalisti, diciotto corpi carbonizzati, in un ospedale della città. Tra i cadaveri, oltre ai militari, ci sarebbero anche vittime civili. Sempre secondo l’agenzia Jana, i bombardamenti avrebbero preso di mira obbiettivi civili anche nella città di Jafra a circa seicento chilometri a sud di Tripoli.

Alle notizie però sembra non credere la coalizione, che, anzi, attraverso il ministro degli esteri francese Juppè rilancia: “la coalizione internazionale, continuerà gli attacchi aerei verso gli obbiettivi militari del regime”; l’obbiettivo dell’alleanza è quello di “proteggere i civili da un dittatore pazzo”. A qualche giornalista che ha chiesto poi se nei raid fossero stati colpiti civili Juppè ha risposto laconico: “esattamente il contrario”. Sul fronte diplomatico, infine, il ministro francese si è detto disposto al passaggio delle operazioni alla Nato, nel rispetto di una no-fly zone sul territorio libico.

Intanto in Libia continua la guerra civile. Questa notte le forze di Gheddafi, sono riuscite, grazie all’oscurità, a conquistare il porto della città di Misurata, atto che nei giorni scorsi era fallito a causa dei raid alleati. A confermare la notizia sono gli stessi abitanti della città costiera, che hanno poi riferito alla Reuters che nel porto sono rimasti bloccati centinaia di cittadini stranieri. Ad Ajdabiya, in Cirenaica, invece sono gli insorti ad avere la meglio. Infatti secondo l’inviato della tv pan-araba ‘Al-Jazeera’ una brigata fedele al Colonnello starebbe trattando la resa con i ribelli che ormai da giorni assediano la città con i carri armati. Secondo i militari, la conquista della città è strategicamente importantissima, in quanto è da lì che passano la maggior parte dei rifornimenti per Tripoli.

Si continua intanto a discutere sul comando della missione. Per la Francia la Nato deve funzionare solo da guida operativa, e non avere il controllo politico. Di tutt’altro avviso è invece l’Italia. Ieri, infatti, il ministro degli esteri italiano Frattini in un intervento al senato ha detto: “Era necessario partire con una azione urgente per evitare danni gravissimi  ma ora dobbiamo tornare alle regole con un unica catena di comando unificato alla Nato.- ha detto Frattini- Abbiamo sperato che Gheddafi andasse in esilio per evitare un massacro,  avevamo lavorato e volevamo una soluzione pacifica alla crisi. Non si tratta di fare la guerra, ma di impedire la guerra”. All’Italia intanto è stato affidato il comando militare della missione navale che dovrà far rispettare l’embargo sulle armi imposto al regime libico.

Fabio Sciulli



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