Dal Mondo

L’appello di Asia Bibi: salvatemi

“Aiuto. Sto male. Mi sento soffocare dentro queste quattro mura. Ogni minuto che passa mi sembra l’ultimo”. Questo è il disperato grido di aiuto, apparso sulle pagine del quotidiano “Repubblica” di Asia Bibi, una donna cristiana condannata a morte in Pakistan nel 2010 dal tribunale di Punjab con l’accusa di blasfemia. La vicenda risale al […]


Aiuto. Sto male. Mi sento soffocare dentro queste quattro mura. Ogni minuto che passa mi sembra l’ultimo”. Questo è il disperato grido di aiuto, apparso sulle pagine del quotidiano “Repubblica” di Asia Bibi, una donna cristiana condannata a morte in Pakistan nel 2010 dal tribunale di Punjab con l’accusa di blasfemia.

La vicenda risale al giugno 2009 quando ad Asia, lavoratrice agricola, viene chiesto di andare a prendere dell’acqua. A quel punto un gruppo di donne mussulmane l’avrebbe respinta sostenendo che lei, in quanto cristiana, non avrebbe dovuto toccare il recipiente e si sono quindi rivolte alle autorità sostenendo che lei nella discussione avrebbe offeso il profeta Maometto. Asia Bibi, arrestata pochi giorni dopo nel villaggio di Ittanwalai, ha negato le accuse e ha replicato di essere perseguitata e discriminata a causa del suo credo religoso

Asia Bibi è ora rinchiusa in una cella di isolamento nel carcere di Sheikpura, nelle peggiori condizioni di vita:”Sono in una situazione davvero difficile, nessuno può capire quello che sto vivendo, mi hanno condannata a morte e sono innocente”. “Ho paura” aggiunge, “mi sento come se la mia intera famiglia fosse stata condannata. Questo mi fa sentire come se fossi responsabile, come se fossi stata io a fallire in qualcosa.”

Il suo caso è salito alla ribalta internazionale e conseguentemente ha provocato violenze in tutto il Pakistan: recentemente, il ministro cristiano per le minoranze religiose che aveva detto di voler lottare per abolire la legge sulla blasfemia è stato ucciso a sua volta da alcuni terroristi islamici.
Prima di lui era stato assassinato anche il governatore dello Stato del Punjab, Salmaar Tasmeer, anche lui impegnato nella lotta contro la blasfemia.

“Sono arrabbiata” dice, “perchè loro hanno dato la vita per una causa importante e vorrei che l’intero mondo riconoscesse la loro lotta e il loro sacrificio. La gente qui in Pakistan usa la legge sulla blasfemia per risolvere le proprie questioni personali”.

Asia Bibi è madre di cinque figli, vive in isolamento e non ha diritto neanche all’ora d’aria perché si teme possa essere assassinata. Esponenti fondamentalisti islamici hanno infatti promesso che anche se dovesse essere liberata, la ucciderebbero loro.

La Repubblica, primo giornale al mondo, è riuscita ad avvicinarla tramite il marito Ashiq per una intervista. Asia Bibi è malata fisicamente e soffre anche mentalmente. La sua è una disperata richiesta di aiuto. “Mi sento soffocare in queste quattro mura in ogni momento. Ogni minuto che passa mi sembra essere l’ultimo. Mi sveglio ogni mattina pensando che forse quello sarà il mio ultimo giorno: e allora piango. Piango per i miei figli e per mio marito”. Asia Bibi racconta la sua vita quotidiana, in isolamento e con il divieto di parlare con chiunque. Dice di avere paura anche per il marito e per i figli, si sente come se tutta la sua famiglia oltre a lei fosse stata condannata. Vorrebbe poter andare via dal Pakistan con tutta la famiglia, si accontenterebbe che potesse andare via la sua famiglia. ”

Asia Bibi, lancia un messaggio di ringraziamento a Papa Benedetto XVI:”Il Santo Padre ha parlato di me, questo mi ha dato moltissima speranza. Mi ha spinta a continuare a vivere”.



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