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Arabia Saudita, niente condanna per Sheima la donna che aveva guidato l’auto

Il re dell’Arabia Saudita, ha oggi fatto un altro passo avanti per l’attuazione dei diritti alle donne. Infatti ha annullato la condanna di dieci frustate inflitta a una cittadina, Sheima, per aver sfidato il divieto che impone alle donne di non guidare l’auto. Un divieto che è in vigore dal 1990 e che impone alle […]


Il re dell’Arabia Saudita, ha oggi fatto un altro passo avanti per l’attuazione dei diritti alle donne. Infatti ha annullato la condanna di dieci frustate inflitta a una cittadina, Sheima, per aver sfidato il divieto che impone alle donne di non guidare l’auto. Un divieto che è in vigore dal 1990 e che impone alle donne saudite di non utilizzare il mezzo di trasporto più comodo per le loro commissioni. Il gesto è stato fatto dal re Abdullah che ha imposto alle autorità di annullare la sentenza. La prima a dare la notizia di tale apertura alle innovazioni saudite, è stata la principessa Amira Tawil, che fa parte della famiglia reale, attraverso twitter. Si, perché anche in questo caso è la rete che permette l’associazione e la ricerca di giusta misura per i diritti umani. Internet che in questa “primavera araba” si sta rivelando il miglior mezzo di diffusione e agglomerazione da parte dei cittadini, un fenomeno che ha sconvolto l’intero mondo politico che adesso cerca di porre un freno alla libertà della rete.

È stato anche grazie alla rete e alla possibilità di inserire video che le donne arabe hanno cominciato nel giugno scorso, ad una disobbedienza più per provocare una reazione che per divenire dissidenti. Infatti molte donne si sono messe al volante delle loro auto e sono andate in giro per la città, accompagnando i figli a scuola o andando a fare la spesa. Per ovviare a repressioni da parte di conservatori, però, andavano in giro accompagnate da un familiare maschio. Dopo aver girato in auto e mostrando attraverso il velo, un’espressione felice, le donne andavano a inserire i video in rete per condividerlo tra di loro e con le altre donne.

La rigidità dello stato arabo verso le donne è molto forte, dal 1990. quando, oltre alla proibizione di guidare le automobili, le donne devono chiedere il permesso ad un familiare maschio per viaggiare, lavorare o semplicemente andare dal dottore.

Restrizioni che metterebbero a dura prova le visite di donne all’interno del paese musulmano, dove i diritti delle stesse non contano. Ma tre giorni fa, c’è stata la prima apertura del governo proprio ad esse. Infatti è stato concesso a loro il diritto di voto e la possibilità di candidarsi alle elezioni. Un processo che non partirà con le prossime elezioni ma che prevede l’attuazione della restituzione di questi diritti nel 2015, quando si tornerà a votare. Sicuramente tutte le donne saudite saranno felici di poter finalmente cambiare la propria condizione e soprattutto le due militanti più famose, Najila Hariri e Manal al Sharif che hanno portato avanti queste battaglie. Quella della guida dell’auto, ha portato alla multa di molte di esse, ma anche alla condanna di Sheima a dieci frustrate, forse la più dura che ha messo in allerta anche Amnesty International, che ha parlato immediatamente di contraddizioni tra la proposta del re saudita e la condanna della donna che era stata inflitta ieri. Per questo, questa sera il re ha annullato la condanna, porgendo alle donne un altro passo verso il riconoscimento ufficiale dei propri diritti.

Teresa Corrado



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