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Le teorie dell’11 settembre: Al Qaida litiga con Teheran

Al Qaida litiga con Teheran. Il pomo della discordia è niente meno che l’attacco dell’11 settembre 2001, quando, grazie a terroristi talebani, alcuni aerei riuscirono a distruggere le Torri Gemelle, colpire il Pentagono e per soprattutto colpire gli Stati Uniti all’interno del proprio territorio. Una tragedia immane che ha colpito non solo l’America, ma tutti […]


Al Qaida litiga con Teheran. Il pomo della discordia è niente meno che l’attacco dell’11 settembre 2001, quando, grazie a terroristi talebani, alcuni aerei riuscirono a distruggere le Torri Gemelle, colpire il Pentagono e per soprattutto colpire gli Stati Uniti all’interno del proprio territorio. Una tragedia immane che ha colpito non solo l’America, ma tutti i paesi che quel giorno contarono, tra le vittime, propri concittadini. Un attacco all’occidente che i musulmani estremisti, hanno sempre ritenuto una vittoria non da poco. Ebbene, adesso questo tragico evento è divenuto una contesa tra i militanti di Al Qaida e il presidente dell’Iran Ahmadinejad. Secondo la teoria di quest’ultimo, infatti, gli attentati dell’11 settembre sono un complotto americano, un modo per poter attaccare il mondo arabo musulmano e dare una scusa plausibile, dinanzi al mondo, per gli attacchi in Pakistan e Iraq. Una messinscena da parte di chi, vuole continuare ad avere il predominio del mondo intero, che non si accontenta di sottomettere solo a livello economico, oppure già proiettato verso la crisi di questi tempi. Non sicuro del motivo ma certo del complotto è il presidente iraniano che ormai da anni tuona contro il sistema americano e conseguentemente quello europea.

Di diverso avviso, invece, Al Qaida, che rivendica con “tutti gli onori” il miglio piano riuscito per attaccare lo Stato americano. un’operazione, secondo i militanti talenìbani, che gli iraniani avrebbero voluto intraprendere ma che non sono mai riusciti ad organizzare. Un successo che ha portato all’invidia da parte del presidente Ahmadinejad che in questo modo vuole screditare la forza dei terroristi di Al Qaida, non potendo rivendicare per sé il successo delle operazioni. Una questione di gelosia sarebbe alla base di questa teoria iraniana. Ebbene si, perché per i due contendenti, l’11 settembre è stato un successo, un’operazione che è riuscita e che per questo può essere ricordata come un avvenimento positivo. Lo si legge, anche se con sgomento, sulla rivista inglese di Al Qaida, “Inspire” che pubblica la risposta dei terroristi al presidente iraniano.

Del resto cosa aspettarsi da chi, in Assemblea dell’Onu, ha dichiarato che l’Olocausto non è mai avvenuto, che la storia è stata modificata per poter proteggere gli ebrei, che i milioni di morti, nei campi di concentramento, sono solo delle falsità, qualcosa che i paesi vincitori della seconda guerra mondiali, hanno costruito per poter giustificare il conflitto. Sarà anche dura da digerire per Al Qaida che non vuole il disconoscimento delle sue operazioni, ma sicuramente il leader iraniano sembra perso in una visione del mondo totalmente personalizzata.

Teresa Corrado



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