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Preparava attentato contro il Pentagono, arrestato giovane americano

Un ventiseienne americano, Rezwan Ferdaus, progettava di colpire il Pentagono e Capitol Hill, utilizzando degli aerei telecomandati, trasformati in bombe. L’uomo, laureato in fisica, viveva nei pressi di Boston e probabilmente aveva conosciuto autoindottrinandosi, le teorie e gli stratagemmi dei terroristi di Al Qaida. Così si stava preparando ad attuare un gesto dimostrativo, che avrebbe […]


Un ventiseienne americano, Rezwan Ferdaus, progettava di colpire il Pentagono e Capitol Hill, utilizzando degli aerei telecomandati, trasformati in bombe. L’uomo, laureato in fisica, viveva nei pressi di Boston e probabilmente aveva conosciuto autoindottrinandosi, le teorie e gli stratagemmi dei terroristi di Al Qaida. Così si stava preparando ad attuare un gesto dimostrativo, che avrebbe potuto provocare disastri e vittime. Ha acquistato in Internet due modellini di aerei telecomandati, un F 86 Sabre e un Phantom, pagandoli poco più di 150 euro. Il suo piano prevedeva di riempirli di esplosivo, lanciarli contro il Pentagono e Capitol Hill, e con un gruppo armato di Kalashnikov, formato da sei persone, di fare irruzione all’interno del Pentagono. Inoltre aveva fatto delle ricognizioni in un parco sito proprio vicino al Pentagono, per vedere se poteva essere un’ottima base di partenza per far decollare gli aeroplanini, preparando anche degli inneschi per le bombe utilizzando dei telefonini.

Per fortuna l’uomo è stato arrestato dall’Fbi che, grazie ad alcuni agenti che si sono finti terroristi e interessati all’impresa di Ferdaus, lo hanno prima incoraggiato, poi gli hanno consegnato i mitra e le bombe e alla fine lo hanno arrestato. Una trappola davvero ben riuscita quella degli agenti speciali che sono in allerta da sempre contro i terroristi soprattutto di Al Qaida e che non si sono lasciati sfuggire l’occasione di prendere un simpatizzante, probabilmente una delle figure più pericolose perché non segue schemi predisposti per gli attacchi. Gli agenti dell’Fbi avevano fatto credere all’uomo che alcune sue bombe avevano ucciso tre soldati americani in Iraq e il commento dell’uomo era stato per loro scioccante: “E’ esattamente quello che volevo”, ha detto ai suoi falsi collaboratori.

La vicenda di Ferdaus non è nuova, ma si accosta a quella di molti altri estremisti autonomi e fai-da-te che progettano e spesso preparano realmente degli attentati, senza però, riuscire ad attuarli perché vanno al di là delle loro possibilità, restando solo mere illusioni. La procedura degli agenti, cioè di presentarsi come complici, ha delle opposizioni, ma il pieno appoggio del Ministero della Giustizia che ne spiega il motivo così: “non importa se il militante non possiede le armi, conta la sua volontà di uccidere”.

Teresa Corrado



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