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Egitto, ancora scontri e morti in piazza

Piazza Tahrir, centro delle proteste dei mesi scorsi contro Mubarak, è tornata a protestare contro il governo attuale, sotto l’egemonia dei militari, che approfittando delle manifestazioni, avevano preso il potere, anche se avevano promesso al più presto elezioni. I cittadini egiziani, invece, stanchi di promesse non mantenute e, certi che i cambiamenti sarebbero avvenuti in […]


Piazza Tahrir, centro delle proteste dei mesi scorsi contro Mubarak, è tornata a protestare contro il governo attuale, sotto l’egemonia dei militari, che approfittando delle manifestazioni, avevano preso il potere, anche se avevano promesso al più presto elezioni. I cittadini egiziani, invece, stanchi di promesse non mantenute e, certi che i cambiamenti sarebbero avvenuti in breve tempo, si sono ritrovati a dover fare i conti con la realtà, che è ben lontana dalle parole e dalle promesse delle piazze e delle manifestazioni. È vero che con la loro protesta e con i loro martiri sono riusciti a far cadere il governo di Mubarak, ma non è semplice e nemmeno immediato un rinnovo del governo e delle leggi esistenti nel paese. Così, visto lo stallo in cui è caduto il governo egiziano, ci hanno pensato gli stessi manifestanti a voler dare una smossa alla situazione e sono riscesi in piazza, armati del proprio coraggio e della ricerca di un reale cambiamento. Solo che anche questa volta si sono dovuti scontrare con le forze dell’ordine, questa volta le stesse che qualche mese fa, si erano schierati con loro contro il potere assolute del governo.

Anche oggi si sono registrati ben due morti nelle cariche dei soldati contro i manifestanti, nonostante nei giorni scorsi proprio l’esercito aveva chiesto scusa per i numerosi morti delle piazze e degli scontri avvenuti nei giorni scorsi. Si continua a protestare contro il regime militare, riuniti nella piazza principale de Il Cairo dove si sono radunati i manifestanti, mentre ritornano gli ospedali improvvisati, le bandiere, e soprattutto migliaia di giovani che volevano portare la loro protesta fin sotto le finestre del palazzo del Governo, ma a cui è stato impedito proprio dai militari, di avvicinarsi alle stanze del potere, con cariche e lancio di gas fumogeni.

In nottata sono stati fermati anche tre italiani, insieme ad una giornalista palestinese, con l’accusa di aver appiccato il fuoco a delle piante poste all’ingresso di un grande albergo del Cairo. I quattro sono stati fermati dalle guardie di sicurezza dell’albergo e poi trasferiti in un commissariato al centro della città. A dare la notizia l’agenzia Mena, mentre il consolato italiano sta seguendo l’evolversi della situazione all’interno del paese egiziano.

Intanto è stato dato a Kamal el Ganzuri, ex uomo di governo di Mubarak, ma considerato sempre fuori dai giochi di potere dell’ex premier, e quindi pulito, il compito di formare il nuovo governo, dopo le dimissioni di Essam Sharaf. Ma nemmeno questa decisione ha bloccato le manifestazioni, che non accettano la scelta del Consiglio militare di affidare il compito a un uomo che è stato comunque attivo all’interno del governo di Hosni Mubarak. Lunedì cominceranno le votazioni per eleggere il nuovo governo, mentre Ganzuri ha confermato che dovrà aspettare l’inizio della prossima settimana per cominciare i lavori per il nuovo governo. La conta dei morti arriva a 41, mentre da Washington arrivano esortazioni a passare al “al più presto” possibile ad un governo civile.

Teresa Corrado



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