Dal Mondo

Strage Usa: Obama a Newton si commuove

Obama piange ricordando i 20 bambini morti nella strage di Newton.


Obama si è commosso ancora, a Newton, nella serata in cui ha indetto il lutto nazionale per le 26 vittime della strage di Newton. Come sappiamo, 20 di loro sono bambini. Queste le parole del presidente degli Stati Uniti: “Nelle prossime settimane userò tutti i poteri a mia disposizione nello sforzo di prevenire tragedie come questa. Non possiamo accettare eventi così, come fossero routine. Vogliamo forse dire che siamo impotenti? Che le scelte politiche sono troppo difficili? Che questa violenza inflitta sui nostri bambini è un prezzo delle nostre libertà?”. Obama ha annunciato che prenderà misure contro il dilagare di queste sparatorie, di queste stragi che sembrano non finire mai. Obama ha iniziato a parlare alle 20.35 locali (le 2.35 in Italia) dopo avere visitato i genitori delle vittime. Interviene nell’auditorium di un liceo, dove sono accorse centinaia di persone.Obama rende omaggio agli adulti che hanno sacrificato la vita nel tentativo di salvare i piccoli: si tratta delle maestre della scuola, e della preside. Ha poi ricordato così quei 20 bambini morti:

 “Siamo riunti qui in memoria di venti bambini bellissimi e cinque adulti straordinari. Potrebbero essere i figli di qualsiasi città americana. Sono qui per offrirvi le preghiere dell’intera nazione. So che le parole non curano le ferite della vostra anima. Sappiate che non siete soli anche il nostro mondo è stato lacerato, abbiamo stretto forte i nostri figli. Qualsiasi cosa possiamo fare lo faremo, per alleggerire questo fardello così pesante”.
Ha poi continuato:“Noi come nazione, siamo lasciati di fronte a questioni difficili. Possiamo dire di fare abbastanza per tenere i nostri figli al sicuro? Possiamo sostenere che tutti insieme stiamo facendo quello che dobbiamo per garantire ai bambini? No. Da presidente è la quarta volta che partecipo al lutto di comunità colpite da sparatorie, cerco di consolare i familiari delle vittime, la cui unica colpa era trovarsi al posto sbagliato. Non possiamo tollerarlo più. Queste tragedie devono cessare. E perché cessino, dobbiamo cambiare. Nessuna legge può eliminare il male dalla società, ma questa non può essere una scusa per l’inazione. Se ci fosse un atto che può salvare una sola vita di un bambino, a Newtown o a Columbine, abbiamo l’obbligo di provarci”.


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