Persone Scomparse

Denise Pipitone: un docu film per raccontare al mondo la sua storia. 17 anni di dolore, 17 anni di speranze

Andrà in onda il 12 marzo su Nove il docu film che racconta la storia di Denise Pipitone: l'abbiamo visto in anteprima

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Sullo sfondo il mare, quei pescherecci che potrebbero anche aver avuto un ruolo chiave nella scomparsa di Denise Pipitone. Le voci dei giornalisti che in questi anni hanno commentato il caso. Le immagini di Piera Maggio che lotta, le carezze di Piero Pulizzi. Pochi frame dei video che mostrano la piccola Denise prima che fosse inghiottita dal vuoto. Le indagini, le ricerche, i processi. 17 anni dopo nessuno sa che fine abbia fatto Denise Pipitone. Jessica Pulizzi sospettata numero uno: la giustizia italiana non rintraccia in lei nessun legame con il possibile sequestro di Denise Pipitone. Anna Corona continua a sostenere l’innocenza di sua figlia. E’ l’unica che va in tv a parlare. E poi, dopo anni in cui di Denise si parla poco, il primo settembre, nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa, o quando ci sono dei casi di cronaca che ricordano il suo, tutto cambia improvvisamente. Nell’Italia che cerca di ricominciare dopo il lockdown, uscendo da zone rosse e arancioni, un video che arriva dalla Russia, sconvolge la famiglia di Piera Maggio e l’intera opinione pubblica. Inizia proprio da qui il docu-film di Discovery ( al momento disponibile in piattaforma e in onda in chiaro il 12 marzo sul Nove). Inizia proprio dalle parole del conduttore russo che rivela: “Una donna in Sicilia ha riconosciuto nella nostra Olesya sua figlia.” Non è proprio così. C’è la somiglianza, Olesya sembra essere una copia di Piera Maggio più che di Denise Pipitone. Tutti sperano ma le cose che non tornano sono tante. Un mese tra alti e bassi, un mese che riporta in auge un caso, così delicato e così discusso mediaticamente, che i picchi di ascolto, ogni qualvolta si parli di Denise, sono assicurati. E si fa “show” anche in Russia, quando si capisce quanto questo caso sia delicato per l’Italia. Sono migliaia le persone che hanno tradotto, cercato informazioni, seguito il programma in russo. Partecipa anche uno degli inviati di punta della Rai. Tutti sperano che quella ragazza sia Denise ma la somiglianza non basta e le analisi dei gruppi sanguigni, diranno che purtroppo, questa non è una favola a lieto fine. Olesya non è Denise ma da quel momento in poi, in Italia, si scriverà una nuova pagina di questa vicenda. Si aprirà una nuova indagine e per Piera Maggio nuove speranze, 17 anni dopo, di sapere chi ha preso Denise e che cosa ne è stato di lei.

Un docu film per raccontare la storia di Denise Pipitone

Il docu film voluto fortemente dalla famiglia di Denise Pipitone, serve proprio per raccontare la storia della bambina rapita, il primo a settembre del 2004, in tutto il mondo. Con la speranza che questa vicenda possa arrivare a qualcuno che ha visto Denise in giro per il mondo. Piera non ha mai smesso di credere che sua figlia sia viva, e ci spera ancora. Francesco Lombardo, nel docu film Denise, sintetizza con questa frase il senso di quanto accaduto: “Quel circo mediatico è stato utile per poter riaccendere i riflettori sulla vicenda”. E infatti, archiviata la pista russa, in Italia, per oltre sei mesi, si è parlato di questa vicenda. La procura di Marsala ha anche aperto una nuova indagine. Una indagine che si è conclusa con un nulla di fatto, almeno per la famiglia di Denise, rimasta, ancora una volta, senza risposte.

Nella ricostruzione della vicenda, parlano tutti. Parla Tony Pipitone, il marito di Piera Maggio che ha cresciuto Denise come se fosse sua figlia. Parla Piera Maggio, che prova a raccontare quello che di Denise non sappiamo: “Amava andare in giro con le mie scarpe, se le metteva e poi faceva un giro“. E poi mostra quei video, che sono l’unico mezzo per rivedere la sua piccola Denise. E parla per la prima volta anche pubblicamente Kevin, il fratello di Denise che non è sempre stato tutelato dalla sua famiglia e pubblicamente, non ha mai accompagnato sua madre in tv in questi 17 anni di ricerche della piccola, piccola che oggi ha 21 anni. E ovviamente non manca il racconto di Giacomo Frazzitta, l’avvocato che sta seguendo sin dall’inizio questo caso. “Ebbi l’immagine del dolore per eccellenza” commenta l’avvocato con queste parole il suo primo incontro con Piera. Era andato da lei perchè un benefattore voleva aiutare per il caso, divenne poi il legale della famiglia. E parla anche la nonna della piccola, da 17 anni, porta dentro di se il peso di una disattenzione, che potrebbe aver dato il via, a questa drammatica vicenda. “Fu uno dei risvegli più brutti della mia vita” racconta oggi Kevin, che era in casa e dormiva, mentre la sua sorellina giocava fuori.

Il primo settembre del 2004 cambia la vita per tutti i componenti della famiglia di Denise che, 17 anni dopo, per l’ennesima volta, ricordano che cosa successe. Con le immagini dell’epoca e il racconto dei protagonisti, il docu film ci riporta a Mazara del Vallo, con la speranza che qualcuno, riascoltando le parole dei familiari di Denise, possa ricordare un dettaglio, utile. Se infatti la giustizia non ha stabilito se ci sia o meno un colpevole, Piera Maggio e Piero Pulizzi vogliono trovare la loro bambina, oggi una donna di 21 anni.

Dieci minuti decisivi in questa storia, tra le 11,36 e le 11,46 si perdono per sempre le tracce della piccola. L’avvocato Frazzitta ha sempre sperato di poter trovare una traccia, ha chiesto anche informazioni satellitari. “Abbiamo recuperato persino quelle immagini, ma erano troppo piccole, abbiamo visto una piccola macchia ma che cosa era?” ha detto Frazzitta. Non solo le parole della famiglia di Denise in questo docu film ma anche quelle di due giornalisti di Quarto Grado, Ilaria Mura, che fa parte della redazione del programma e Carmelo Abbate. Due punti di vista diversi, che vanno in contrasto con il “credo” della famiglia Maggio.

Tutti sospettano di tutti. I parenti della piccola sono i primi a entrare nel mirino. “Si è vero è stata seguita anche la pista familiare, c’erano anche casi di cronaca come quello di Cogne” spiegano gli inquirenti. “Sono delle cicatrici che io mi porterò per sempre, loro facevano il loro lavoro, ma io ripetevo sempre le stesse cose” spiega Piera Maggio. “Se lei ci dice dov’è, noi gliela riportiamo” dicevano a Piera Maggio. “Non mangiavo, mi davano delle vitamine qualcosa, dei succhi di frutta. Mi ero messa in testa che avrei ricominciato a mangiare solo quando avrei ritrovato Denise” spiega oggi la signora Maggio. “Quando ho capito che nessuno mi credeva, ho cambiato atteggiamento e sono diventata quella che conoscete oggi” ha aggiunto Piera.

E non era la sola a essere finita nel mirino: Frazzitta dubitò persino di Tony Pipitone, troppo silenzioso, troppo misterioso. “Io ho deciso di vivere il mio dolore in silenzio” commenta oggi l’ex marito di Piera Maggio. Le indagini hanno dimostrato che Piera Maggio e la sua famiglia, non hanno avuto nessun coinvolgimento in questa vicenda. Ma ancora oggi, 17 anni dopo, dopo i processi, le indagini, una sospettata “perfetta”, la verità non è stata raccontata. Troppo tardi forse, ci si è resi conto che il mostro non era in quella famiglia, che Denise già ore dopo, poteva anche essere lontana da Mazara del Vallo.

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