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Gaia e Camilla travolte e uccise su Corso Francia: Pietro Genovese parla per la prima volta

Le parole di Pietro Genovese ascoltato oggi: ecco cosa prova dopo la morte di Gaia e Camilla

E’ arrivato il giorno di Pietro Genovese. Oggi a Roma, il figlio del noto regista, ha raccontato la dinamica dei fatti secondo il suo punto di vista. Molto provato per quello che è successo ha provato a ricostruire i minuti drammatici durante i quali con la sua auto ha travolto e ucciso Gaia e Camilla , le due sedicenni romane che stavano attraversando la strada su Corso Francia, a pochi passi da Ponte Milvio.

Sono sconvolto e devastato per quello che è successo. Sono sinceramente provato sul piano umano“. E’ quanto ha detto, in base a quanto riferito dai suoi difensori, Pietro Genovese, il ventenne figlio del regista, agli arresti domiciliari da una settimana per il duplice omicidio stradale delle due sedicenni Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli.

LA MORTE DI GAIA E CAMILLA TRAVOLTE SU CORSO FRANCIA: LE PAROLE DI PIETRO GENOVESE

E’ la prima volta che il ragazzo parla davanti ai giudici per ricostruire la dinamica dei fatti accaduti. Assistito dagli avvocati Gianluca Tognozzi e Franco Coppi, il ventenne è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Bernadette Nicotra, che ha disposto il suo arresto.

Il legali delle famiglie delle due ragazze sono a lavoro per capire cosa sia realmente successo quella sera convinti del fatto che Gaia e Camilla fossero sulle strisce pedonali e fossero passate con il verde. Non escludono che le ragazze siano passate col verde, diventato poi rosso durante l’attraversamento. La storia di Gaia e Camilla ha davvero coinvolto l’opinione pubblica, non a caso ormai da due settimane si parla su tutti i media di questa storia.

Questa è una tragedia per tutte e tre le famiglie coinvolte. Pietro Genovese non è il killer che è stato descritto e merita rispetto e comprensione come le famiglie delle due ragazze“, hanno detto gli avvocati di Genovese, al termine dell’interrogatorio di garanzia. “Il nostro assistito ha risposto alle domande del giudice, – hanno aggiunto i legali – ma sul contenuto dell’atto istruttorio manteniamo il più stretto riserbo”.

Al momento – hanno detto ancora – non abbiamo presentato alcuna istanza di attenuazione della misura cautelare. Rifletteremo anche su un possibile ricorso al Riesame”.

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