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Ezio Greggio chiede al Governo di riaprire teatri e cinema, Le Foche è con lui

A Domenica In la richiesta di Ezio Greggio, sostenuto da Le Foche, di riaprire teatri e cinema, di salvare la scuola e l'istruzione, la cultura

Ezio Greggio ospite a Domenica In subito dopo avere ascoltato la conferenza stampa di Conte ha chiesto al Governo di ripensare alla decisione di chiudere cinema e teatri. La cultura sta pagando il prezzo più alto, è d’accordo anche il professore Le Foche in collegamento con Mara Venier. “State facendo un errore, cinema e teatri sono i luoghi più sciuri in assoluto e limitare l’accesso al cinema significa togliere la cultura e la libertà. Al cinema la gente non si mette una vicina all’altra, stanno distanti con la mascherina. E’ un errore, lancio un appello affinché ci ripensino perché non cambia nulla non mandando le persone al cinema e a teatro”. Ezio Greggio fa un appello accorato, questa scelta è un errore che uccide. Anche Le Foche ha il suo stesso pensiero e aggiunge la scuola.

EZIO GREGGIO: “LA SCUOLA E L’ISTRUZIONE DEVONO ESSERE SALVATE”

“La scuola e l’istruzione devono essere salvate 0 contagi nei cinema 0 contagi nei teatri e si chiudono dei luoghi che sono la libertà di una Nazione” sottolinea Greggio che chiede al professore Le Foche la sua versione. Il dottore che abbiamo visto da marzo ospite di Domenica In dà alcuni numeri chiari: “Su 100 contagi 75 sono asintomatici, dei 25 sintomatici 20 hanno pochissimi sintomi quindi quelli che hanno veramente dei sintomi sono 5. Ci son persone che hanno malattie preesistenti a quelle del Covid e che possono aggravarsi arrivando in rianimazione ma le terapie sono molto al di sotto del limite che possa fare pensare a una gravità”. 

Greggio è teso, pensa a tutte le persone che non hanno mai ripreso a lavorare. “Si dovrebbero dare meno imposizioni, è come se uno ha mal di dente e ti segano le gambe. Forse andavano create delle norme che potessero permettere di lavorare e non ammazzare le attività di economiche perché uccidono le persone”. 

E’ ancora Le Foche a spiegare: “La sindrome clinica non è così drammatica come a  marzo; con terapie adeguate utilizziamo dei farmaci che all’inizio non abbiamo utilizzato normalmente. Le persone guariscono e vanno a casa. E’ una sindrome che noi avevamo conosciuto in modo più severo a marzo ma adesso la trattiamo molto meglio ed evitiamo che il paziente sia spostato in terapia intensiva. Io chiederei anche di facilitare le terapie domiciliari perché queste evitano l’ingorgo ospedaliero. Quindi con pochi sintomi il medico che segue la persona può riuscire a trattarla al domicilio, dove possibile”. C’è da aggiungere che non tutti riferiscono la stessa situazione espressa da Le Foche.

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