Beatrice Valli a Le Iene, le reazioni al monologo: “Vorrei capire cosa ti ha portato in depressione”
Il monologo di Beatrice Valli a Le Iene, le reazioni sui social, l'emozione nel raccontare che ha chiesto aiuto per se stessa e per i suoi figli
Chiedere aiuto non è una cosa da deboli e Beatrice Valli con il suo monologo ieri sera a Le Iene non ha solo raccontato i suoi momenti difficili, la depressione, gli attacchi di panico. Beatrice Valli ha teso una mano a chi, come sua madre, non ha chiesto aiuto. Le reazioni sui social sono di comprensione e l’esatto contrario.
C’è chi si sofferma sul make up, chi consiglia a Beatrice Valli di truccarsi da sola la prossima volta, chi a Le Iene ieri sera ha visto un personaggio noto in cerca di nuova visibilità, chi le chiede come possa soffrire lei che ha tutto, ma c’è anche chi è andato oltre l’apparenza e ha ascoltato le sue parole >>>Beatrice Valli in ospedale con sua figlia Bianca: come è andata l’operazione
Beatrice Valli il monologo a Le Iene
“Che cos’è che ti fa stare bene? E’ la domanda che mi accompagnato fin da piccola e che ho dovuto fare è farmi più volte” inizia così il monologo di Beatrice Valli. “Avevo solo 13 anni quando mia madre soffrì dell’ennesimo episodio di una depressione violentissima, le portavo il cibo nel letto e lei alla sera non riusciva nemmeno a ricordare se avesse già cenato”. Beatrice non riusciva a capire, non può farlo nessuno fino in fondo ma quando è cresciuta l’ha provato sulla sua pelle.
“Non potevo capire fino in fondo cosa stesse succedendo ma nonostante tutto ci siamo dovuti rimboccare le maniche per mandare avanti la nostra famiglia. mamma non è mai riuscita a raccontarmi cosa significasse per lei quel bloccarsi e stare immobile impotente e io l’ho capito solo dopo anni quando ho sperimentato sulla mia pelle gli attacchi di panico, la depressione, quella tachicardia, i sudori freddi e la fame d’aria come se la gola ti si chiudesse”.
Beatrice lo racconta fino in fondo: “Era il mio corpo che mi diceva basta. Mamma ha provato a stare meglio ma non ha mai veramente creduto, forse per paura, che esistesse un percorso diverso da quello di tirare avanti con la vita di ogni giorno, che fosse possibile un percorso di cura, crescita e conoscenza”.
Lei ha chiesto aiuto ed è questo il suo messaggio: “Io invece anche grazie alla sua esperienza quel percorso l’ho visto e lo sto esplorando con la psicoterapia, lo faccio per me, lo faccio per i miei figli. Chiedere aiuto non è una cosa debole ma il primo passo è conoscermi davvero, stare bene, basta ammettere non essere donne e uomini perfetti e trovare il tempo giusto per farsi proprio quella domanda ‘cos’è che ti fa stare bene?’”.
Tutto così diretto, semplice, da un’esperienza personale il messaggio di chi è famoso e seguito ma non è così semplice parlare a chi non riesce a comprendere.
C’è chi le rimprovera di cercare solo visibilità ma cho comprende: “Questo significa utilizzare la propria popolarità in modo giusto”.
“Sei una donna realizzata, bella, hai una bellissima famiglia, un marito che ti sostiene, difficoltà economiche non penso…comunque sei una grande donna intelligente e solare” le chiedono come possa cadere in depressione una donna fortunata come lei.
C’è ci risponde al posto di Beatrice: “Non penso che viene in base alle possibilità, alla bellezza o alla famiglia ma viene perché la vita comunque è difficile. Siamo umani, siamo insicuri e vogliamo sempre di più ea volte sembra che non siamo abbastanza ma non è così. Come dice proprio lei è un mostro che la testa crea e ti blocca, non ha a che fare neanche con l’intelligenza. Dobbiamo essere umani più ematici non sai mai quello che le persone stanno attraversando. Nessuno è perfetto la differenza sta nel come lo affronti”.