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Michele Bravi confessa le crisi e il buio dopo l’incidente

Michele Bravi a Domenica In racconta ale crisi associative e allucinatorie, la sua sofferenza dopo il drammatico incidente

Michele Bravi e Mara Venier non si incontravano dal 2003, dalla vittoria e dal momento d’oro del cantante, poi c’è stato il buio. Tutti ricordano il drammatico in cui perse la vita una donna di 58 anni. Mara Venier ovviamente ne parla con rispetto e delicatezza ma ha Michele Bravi in studio, è lui il suo ospite e sa quanto ha sofferto. Prima dell’intervista a Domenica In si sono sentiti al telefono, avevano bisogno entrambi di parlarne perché è difficile per il cantante tornare in pubblico, anche se non è la prima volta, ma ha avuto anni bui. Non ha timore di parlare delle sue crisi, anzi lo fa in modo così aperto che spera di non imbarazzare la conduttrice ma racconta di un suo momento molto forte, di crisi associative e allucinatorie.

La geografia del buio è l’album a cui è arrivato dopo un lungo percorso, dopo tanto dolore. Ad aiutarlo un angelo, una persona reale.

MICHELE BRAVI RACCONTA DEL SUO ANGELO

C’è una persona che chiama il suo angelo, che gli è stata accanto, una persona che è dall’altra parte del mondo, che non vede da due anni e mezzo ma che è fondamentale per Michele. “Ognuno ha la sua storia di buio ma poi il linguaggio del dolore è sempre lo stesso e tutti magari abbiamo avuto una persona che ci ha aiutato”.

MICHELE BRAVI RACCONTA IL SUO BUIO

“Provo a spiegare e immagina che a un certo punto il mondo si spegne e vedi tutto buio intorno a te, non c’è più luce. Il tuo posto nel mondo è cambiato e quella sensazione è claustrofobica e tu non sai dove sei, cosa sei”. L’avere avuto una persona vicina è stato un aiuto costante che gli diceva dove stavano le cose, dove si trovava lui. Ecco la piccola geografia. 

“Quando si parla di dolore anche per consolare qualcuno si dicono cose pericolose, quel dire poi passerà e si ricomincerà… non è così perché per uscire dal buio devi passarci attraverso e questo disco parla di come si convive con il buio e io forse è la prima volta che faccio un’intervista con questo spirito per raccontare questa storia così”.

Le lacrime trattenute a fatica, le parole rivolte a Mara: “Riconosco una grande maternità nei tuoi occhi e poi ci tenevo a dirlo con la musica”. 

Racconta poi un suo momento molto forte: “In un momento di crisi dissociativa e allucinatoria molto forte. Avevo appena avuto una crisi enorme e lui mi prendeva la testa tra le mani e aspettava che io tornassi presente” era il suo angelo e quella volta aspettò la fine della crisi e gli raccontò il suo momento buio facendogli promettere che lui avrebbe fatto lo stesso nel modo in cui sapevo farlo, cantando. “Avevo appena cominciato a parlare, la musica era lontana…”. 

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