Venezia: turista giapponese derubata, nella borsa aveva 35 mila euro
Girava per la città tenendo in borsa la bellezza di 5 mila yen, l’equivalente di 35 mila euro, la turista giapponese derubata nel capoluogo veneto
Una turista giapponese è stata derubata a Venezia. Fino qui, sembrerebbe quasi, purtroppo, ordinaria amministrazione. Ciò che rende incredibile questa storia è che la turista giapponese derubata portava nella borsa una cifra che si aggirava intorno ai 5 milioni di yen che al cambio attuale corrisponderebbero a 35 mila euro. La donna, andando a mettere le mani nella propria borsa, si è resa conto della mancanza, si è diretta in una centrale della polizia e ha sporto regolare denuncia.
Ormai al giorni d’oggi la paura di essere scippati o derubati esiste, per questo forse sarebbe il caso di prestare un po’ d’attenzione ai propri averi. Sembrerebbe invece non aver seguito questo monito, chissà per quale motivo, la turista giapponese che dopo aver subito uno scippo a Venezia ha perso la bellezza di 35 mila euro, una somma che farebbe gola a chiunque e che per la maggior parte degli italiani non è possibile guadagnare nemmeno in un anno di lavoro.
La donna, secondo le prime indiscrezioni giunte, si trovava sul battello diretto a Rialto-San Marco quando, controllando nella sua borsa, si è accorta di essere stata derubata della consistente somma. Scesa quindi sul Canal Grande, la donna si è recata al comando delle forze dell’ordine in Piazza San Marco per sporgere denuncia.
Cosa facessero 35 mila euro dentro la borsa di una turista giapponese non lo sappiamo, possiamo con certezza affermare che quando si circola con al seguito una cifra di tale entità dentro un bagaglio si dovrebbe tener ben sotto controllo la propria borsa per evitare di incappare in episodi di questo genere.
Non è la prima volta che sulle pagine dei giornali e alla ribalta della cronaca finisca la città veneta, scenario di furti e borseggi di questo genere. Adesso la palla è in mano alle forze dell’ordine che dovranno indagare sull’accaduto.
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