La sorella di Benno Madè rompe il silenzio: “Non credo al suo pentimento”

Con una lettera Madrè Neumair rompe il silenzio e parla di quello che pensa della confessione di suo fratello Benno

E’ stata lei ad allarmare i parenti in Italia chiedendo che andassero a casa dei suoi genitori per capire cosa stava succedendo, non riuscendo a mettersi in contatto con loro. Madè Neumair ha forse immaginato da subito quello era successo ai suoi genitori ed è per questo che quando è arrivata in Italia, a poche ore dalla scomparsa di Peter e Laura non ha voluto passare del tempo in quella casa. Non l’abbiamo mai vista in tv lanciare appelli insieme a suo fratello Benno perchè Madè forse, ha sempre saputo quello che era successo in quella casa, quel maledetto giorno. Ed è lei stessa a confermarlo, con queste parole: “l’indicibile fatto che Benno Neumair abbia ucciso a sangue freddo la mia mamma e il mio papà la sera del 4 gennaio, per me è stato violentemente e dolorosamente evidente fin dal primo pomeriggio del 6 gennaio, come sanno gli inquirenti e le persone a me più care.

E oggi, a poche ore dalla confessione di suo fratello attraverso i suoi avvocati fa sapere quello che pensa. Non crede che ci sia del pentimento in Benno ma che la sua confessione sia del tutto funzionale e che forse non sarebbe mai arrivata se il cadavere di Laura non fosse riemerso dalle acque dell’Adige.

Le parole di Madè dopo la confessione di suo fratello Benno

La notizia della confessione di Benno mi ha raggiunta attraverso la stampa. Non è un traguardo. In questo momento per me rappresenta semplicemente un’ulteriore svolta che forse faciliterà il nostro percorso in quello che fino a ieri vedevo dinanzi a me come un processo puramente indiziario”, scrive la figlia di Peter Neumair e Laura Perselli.

E ancora: “Non credo ad un sentimento di pentimento da parte di Benno e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione, resa immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di una delle sue due vittime, che presentava ovvi segni di violenza, fosse a quel punto un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico e non l’effetto di una dissoluzione, o schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione, attuate nelle settimane successive al fatto”.

Madè non perde occasione per ricordare tutto il bene che i suoi genitori hanno cercato di dare a Benno e tutto quello che hanno fatto per aiutarlo. Ma non è bastato. E’ giusto però ricordare tutto l’amore che questi due genitori ci hanno messo: “Il 4 gennaio ho provato sulla mia pelle che il bene non sempre vince il male, che l’amore di una mamma e di un papà a volte può non bastare, che le parole giuste spesso non ci sono, che nessuna possibile condanna potrà mai compensare quello che in poche ore mi è stato tolto a mani nude. Credo però ancora fermamente che la verità possa e debba vincere.

Madè ringrazia tutte le persone che le sono state vicine in questi due mesi, i familiari ma anche la gente che non la conosce e che le ha manifestato grande vicinanza. E citando una frase che diceva spesso la sua mamma conclude così la sua lettera:  “riesco a vedere nonostante tutto nella mia vita, della vita che vuole la vita.”

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