L’ultimo addio a Pamela Genini, il parroco: “uomini capaci di possedere ma non di amare”
E' il giorno dell'ultimo addio a Pamela Genini: molto dura l'omelia del parroco di Strozza che ha puntato il dito contro gli uomini che dicono di amare ma pensano di possedere una donna
STROZZA (Bergamo) – Una chiesa gremita, un silenzio carico di dolore e di rabbia composta. Oggi la comunità di Strozza, piccolo paese della Valle Imagna, ha dato l’ultimo saluto a Pamela Genini, la 29enne brutalmente uccisa a Milano dall’ex fidanzato che non accettava la fine della loro relazione.
Sul sagrato della chiesa di Sant’Andrea Apostolo, il carro funebre con la bara bianca è arrivato lentamente, accolto da un applauso sommesso e da un mare di fiori. Sul feretro, un cuscino di rose rosse, simbolo di un amore che doveva essere vita e che invece è diventato tragedia.
L’ultimo addio a Pamela Genini
All’ingresso in chiesa, le note intense della colonna sonora de “L’ultimo dei Mohicani” hanno accompagnato Pamela Genini verso il suo ultimo viaggio, mentre all’esterno una panchina rossa, ricoperta di fiori e fotografie, ricordava tutte le vittime di femminicidio. Accanto, una frase tratta da Sant’Agostino: “La morte non è niente. Sono solo passato dall’altra parte, come fossi nascosto nella stanza accanto. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.”
Le parole del parroco: “Liberale dal male e restituisci loro dignità”
Durante l’omelia, don Luigi Carminati, parroco di Strozza, ha dato voce al dolore di un’intera comunità. Con voce ferma ma commossa ha detto: “Signore, ti portiamo tutte le donne sfigurate dai flagelli dell’egoismo e della prepotenza di uomini capaci solo di possedere e incapaci di amare. Signore, liberale dal male, dall’umiliazione e dalla vergogna, e restituisci loro dignità.”
Poi un pensiero rivolto a chi ancora non ha imparato a guardare con rispetto: “Ti portiamo il pensiero perverso di tutti coloro che ancora credono che la donna sia solo un oggetto di piacere, un’immagine da mostrare, merce di scambio e di guadagno, illudendole di incoronarle a reginette, ma con corone di spine, che violano l’identità. Signore, purifica il loro sguardo.”
E infine, un messaggio di speranza, nonostante la tragedia: “Siamo qui in una giornata di sole perché Pamela è un raggio di sole nei nostri cuori.”
La chiesa gremita e il dolore della famiglia di Pamela
La chiesa parrocchiale di Strozza si è riempita presto. Nel primo banco sedevano la madre di Pamela e il compagno, dietro di loro gli altri parenti, stretti in un dolore che non conosce parole. Per volontà della famiglia, non sono state ammesse telecamere all’interno della chiesa, nel rispetto di un momento intimo e sacro.
A concelebrare con don Carminati, anche diversi sacerdoti della Valle Imagna, mentre i sindaci dei comuni vicini, con la fascia tricolore, hanno voluto testimoniare la vicinanza delle istituzioni.
Il ricordo degli amici: “Era un raggio di sole”
Tra i presenti anche Elisa, una delle amiche più care di Pamela. È entrata in chiesa con un mazzo di fiori bianchi, il colore preferito della giovane: “Le piaceva il bianco. Era una ragazza piena di vita, solare, dolcissima, e ha lasciato un grande vuoto.”
Parole semplici, che raccontano una vita spezzata troppo presto. Come molte altre amiche, Elisa porta nel cuore anche il peso dei rimpianti: “Spero di poter parlare con la mamma di Pamela oggi. Ci sono state incomprensioni, ma ora è il momento del dolore, di pregare per lei.”
Strozza oggi si è stretta attorno alla famiglia Genini con una certezza: il nome di Pamela non sarà dimenticato. La panchina rossa davanti alla chiesa non è solo un simbolo, ma un monito. Perché ogni donna come lei – “un raggio di sole nei nostri cuori”, come ha detto il parroco – merita di vivere libera, rispettata e amata.